L’omicidio che ha sconvolto la Romania
Una ragazza di 15 anni è stata uccisa e poi carbonizzata da un uomo dopo essere stata rapita. Una tragedia che probabilmente poteva essere evitata, perché la giovane aveva chiamato la polizia per chiedere aiuto. Ma i soccorsi sono arrivati troppo tardi, 12 ore dopo l’appello disperato della 15enne.
La tragica vicenda è avvenuta in Romania. Alexandra Macesanu, la vittima originaria del villaggio di Dobrosloveni, aveva telefonato il 112, il numero unico di emergenza dell’Unione Europea, e aveva chiesto ripetutamente aiuto. Secondo quanto riporta The Independent, la ragazza sarebbe riuscita a chiamare tre volte i servizi di emergenza per comunicare che era stata picchiata e violentata dal suo rapinatore.
Alexandra Macesanu mercoledì 24 luglio aveva fatto l’autostop vicino alla cittadina di Caracal ed era diretta verso casa. Nella telefonata la ragazza aveva anche fornito agli ufficiali i dettagli su dove fosse detenuta.
Il capo della polizia rumena Ioan Buda, prima di essere licenziato su richiesta del ministro dell’Interno Nicolae Moga, ha dichiarato che la ragazza nel disperato allarme telefonico ha gridato: “Sta arrivando, sta arrivando”.
Sabato 27 luglio migliaia di persone sono scese in piazza a Bucarest, la capitale della Romania, per protestare contro le forze dell’ordine. “Perché la polizia non è intervenuta prima? Tutti devono dare una risposta, dagli ufficiali e i pubblici ministeri al primo ministro Viorica Dancila”, ha dichiarato uno dei protestanti all’Afp.
La telefonata è partita dalla casa del meccanico Gheorghe Dinca, 65 anni, che aveva rapito la ragazza mentre stava facendo l’autostop. La polizia di Bungling ha impiegato 12 ore per arrivare a casa dell’uomo e soltanto dopo la terza e ultima chiamata di Alexandra Macesanu.
Quando gli agenti si sono decisi a entrare nell’abitazione del sospettato, 19 ore dopo, era già troppo tardi: la 15enne era già stata uccisa.
Nonostante le indicazioni precise fornite al telefono da Alexandra, la polizia si è mossa con ritardo. Una volta arrivati nell’abitazione in cui la ragazza sarebbe stata segregata, gli agenti hanno fatto richiesta formale per un mandato di perquisizione, anche se non era legalmente richiesto in casi come questo.
Questa richiesta ha rallentato ulteriormente i soccorsi perché la polizia ha dovuto attendere fino al mattino di giovedì 25 per entrare nella casa dell’uomo.
A quel punto erano passate 19 ore dall’ultima richiesta di aiuto di Alexandra Macesanu. Una volta entrati i poliziotti hanno trovato resti di ossa anche di una seconda persona. Si sospetta possano essere quelle di una ragazza di 18 anni scomparsa lo scorso aprile. Ma la polizia scientifica non ha ancora confermato l’identità.
Il primo ministro del paese, Viorica Dancila, in seguito alla mobilitazione popolare per l’omicidio di Alexandra Macesanu, ha annunciato di prendere in considerazione un referendum sulle pene più severe per crimini come omicidio, stupro e pedofilia.
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