Il partito nazionalista svizzero anti-immigrazione Unione democratica di centro (Udc/Svp) ha vinto le elezioni parlamentari in Svizzera di domenica 18 ottobre.
L’Udc/Svp ha ottenuto il 29,5 per cento dei voti e 65 deputati in parlamento, 11 in più rispetto alla precedente legislatura. Tra gli eletti c’è quella che viene considerata la “Marine Le Pen svizzera”, Magdalena Martullo-Blocher, figlia di Christoph Blocher storico leader dell’Udc/Svp.
La campagna elettorale è stata incentrata tutta sul contrasto all’immigrazione e sull’anti-europeismo. Il leader del partito Toni Brunner ha detto alla televisione svizzera che “il voto è stato chiaro, la gente è preoccupata dagli arrivi in massa dei migranti in Europa“.
Per i prossimi quattro anni la destra avrà la maggioranza dei seggi in parlamento, 101 su 200. Ai 65 seggi guadagnati dall’Udc/Svp vanno sommati i 33 del Partito liberale radicale (Plr), i due della Lega dei ticinesi e il seggio guadagnato dal Mouvement Citoyen Romand.
Il Partito socialista (Ps) si conferma come seconda forza con il 18 per cento dei consensi, pur perdendo 3 rappresentanti alla Camera del popolo. Sconfitte le forze di centro: il Partito popolare democratico (Ppd) e il Partito borghese democratico (Pbd) perdono entrambi un seggio.
Le forze di destra ora reclamano una maggiore rappresentanza nel Consiglio federale, il governo Svizzero, la cui composizione verrà decisa il prossimo 9 dicembre dal parlamento. Il consiglio è composto da sette capi di dipartimento e oggi l’Udc/Svp e il Partito liberale radicale hanno un seggio ciascuno.
“Chiedo fermamente che i tre più grandi partiti abbiano due rappresentanti ciascuno e che il quarto ne abbia uno. Lo chiediamo da anni e per decenni è stata una ricetta di successo per la Svizzera”, ha detto il leader dell’Udc/Svp.
In questo modo la destra avrebbe quattro dei sette rappresentanti nel Consiglio federale, guadagnando di fatto la guida del governo svizzero.
La vittoria dell’Udc/Svp, che era già il partito svizzero con più consensi, arriva dopo venti mesi dal sì al referendum per porre nuovi limiti all’immigrazione e per rinegoziare l’accordo di libera circolazione con l’Unione europea. L’Udc/Svp aveva fortemente sostenuto il referendum.
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