Mercoledì 23 agosto i cittadini dell’Angola hanno votato alle elezioni per eleggere il parlamento e contestualmente scegliere un nuovo leader per il proprio paese, dopo le dimissioni annunciate del presidente Josè Eduardo Dos Santos che è rimasto in carica per ben 38 anni.
Così l’ex generale e attuale ministro della Difesa, Joao Lourenço, membro del partito dell’ex presidente, è stato eletto come nuova guida del paese africano.
Secondo i risultati parziali, il partito di governo, il Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (Mpla) ha conquistato il 65 per cento dei consensi, mentre il principale partito di opposizione, l’Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola (Unita) ha raccolto solo il 24 per cento dei voti.
L’opposizione ha però contestato i risultati annunciati da Júlia Ferreira, la portavoce della commissione nazionale elettorale.
“Non capiamo da dove arrivino questi numeri”, ha detto all’agenzia di stampa Reuters Alcides Sakala, portavoce del partito Unita. “I nostri rappresentanti presso la commissione elettorale non sono stati coinvolti nella pubblicazione di questi risultati provvisori”.
I dati annunciati non possono comunque essere considerati ufficiali. Secondo le leggi in vigore nel paese africano, la proclamazione dei risultati delle elezioni potrà avvenire soltanto a due settimane dalla chiusura dei seggi.
Mpla e Unita hanno combattuto per 27 anni durante la guerra civile che ha insanguinato l’Angola fino al 2002. Membro dell’Opec, il paese è la terza maggiore economia dell’Africa subsahariana e il secondo produttore di petrolio di tutto il continente.
Negli ultimi anni, la volatilità del prezzo degli idrocarburi sui mercati internazionali ha messo in difficoltà la situazione sociale del paese, rendendo necessarie riforme economiche che non sono più procrastinabili.
Chi è Joao Lourenço
Nato a Lobito e formatosi in Unione Sovietica, Lourenço è diventato leader del partito di governo Mpla da quando dos Santos si è dimesso. L’ex militare 63enne è un alleato dell’ex presidente sin dai tempi della guerra di liberazione dal Portogallo.
In campagna elettorale Lourenço si è impegnato a rafforzare la crescita e a combattere la corruzione. Il nuovo presidente eredita però un’economia in piena recessione, con un’alta inflazione e una forte disoccupazione e una società afflitta da profonde disuguaglianze.
Nonostante il paese figuri tra i maggiori esportatori africani di idrocarburi, in particolare di petrolio, i poveri del paese non hanno beneficiato dei proventi di queste vendite. Il Pil pro capite angolano resta molto più basso rispetto a quello dei paesi più sviluppati.
“C’è grande aspettativa su come il nostro partito riuscirà a dare risposte alle principali richieste sociali ed economiche del paese e io sono convinto che queste risposte verranno e non scontenteranno nessuno”, aveva detto Lourenço durante il comizio di chiusura della propria campagna elettorale. “Puntiamo allo sviluppo sociale ed economico del paese e al benessere dei suoi cittadini, nel quadro della democrazia, dei diritti e della tutela delle libertà fondamentali”.
Alcuni commentatori hanno sollevato dubbi sull’effettiva capacità di governare dell’ex generale, visto il ruolo ancora predominante dell’ex presidente Dos Santos all’interno del partito Mpla.
Inoltre, prima di dimettersi, dos Santos ha nominato sua figlia Isabel, che per la rivista statunitense Forbes è la donna più ricca d’Africa, a capo della società pubblica che gestisce l’estrazione di petrolio, la Sonangol.
José Filomeno dos Santos, figlio dell’ex presidente, è stato nominato responsabile del fondo sovrano di investimento dell’Angola da 5 miliardi di dollari.
“Anche se volesse, Lourenço potrebbe trovare molte difficoltà a liberarsi dal controllo di Dos Santos”, ha detto a Reuters Julia Westbury, analista per il continente africano presso la società di consulenza West Sands Advisory. “Un cambiamento politico su larga scala è piuttosto improbabile e le riforme democratiche a lungo attese e necessarie per trasformare l’economia in difficoltà dell’Angola non sembrano realizzabili”.
L’ex generale ha respinto al mittente le accuse di essere solo un fantoccio nelle mani di dos Santos e ha detto più volte di voler cambiare radicalmente la politica del paese africano con riforme economiche e sociali, anche grazie all’aiuto del Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale.
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