Il Bamboozle, un ristorante neozelandese, è stato accusato di aver inserito dei cliché razzisti all’interno del suo menu.
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Secondo fonti locali, il ristorante fusion asiatico Bamboozle utilizza questo tipo di menu da due anni, ma il caso è scoppiato solo dopo che una foto dell’elenco delle pietanze è stata pubblicata su Twitter da un utente.
Il ristorante si è difeso sostenendo che i clienti hanno apprezzato i nomi come “parte dell’esperienza”.
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Alcuni dei piatti del menu vengono chiamati “Eja Ku Rait” e “Tay’s Velly Special Seafood” (“frutti di mare molto speciali”, con “velly” al post dell’orginale “very”), in riferimento al modo in cui alcuni cinesi confondono la pronuncia delle lettere “L” e “R”.
Alice Galletly ha lasciato per prima un commento sul menu con una foto.
Ho lee phuk, the menu for Bamboozle restaurant in Chch is some super juvenile racist trash! pic.twitter.com/HcKPvUBbxW
— Alice Galletly (@alicegalletly) 9 gennaio 2018
In molti hanno esternato la propria indignazione, definendo i nomi dei piatti “vergognosi”.
Lots of incredible Kiwi chefs and restaurants: let’s give the racist ones a miss #ByeByeBamboozle https://t.co/rnKmIOd91N
— 2Tapu (@2TAPU) 11 gennaio 2018
“Queste cose mi fanno infuriare. Non esiste il razzismo in Nuova Zelanda? Mi permetto di dissentire” ha detto Chris Tse su Twitter.
Alcuni hanno anche iniziato a lasciare recensioni negative del ristorante sulla sua pagina Google.
Altri invece sostengono che il menu é “esilarante”.
Clearly no sense of humour. I find it hilarious. Imagine everyone had a boring sense of humour like you?
— Thomas 🅥 (@_TL10) 11 gennaio 2018
Julian Liew-Young, un utente Twitter, ha dichiarato: “Se esiste un cinese che non lo trova offensivo non significa che sia ok, ti garantisco che la maggior parte degli asiatici in Nuova Zelanda non la vede in modo così divertente”.
Ha aggiunto: “Lo trovi divertente perché non sei stato schernito così per tutta la vita, non è divertente. Punto”.
Ma il proprietario del ristorante Philip Kraal ha difeso il suo menu in un’intervista al NZ Herald.
“Praticamente tutti i nostri clienti considerano il menu parte della loro esperienza complessiva”, ha affermato.
Tuttavia, Kraal ha detto di “apprezzare il feedback” e di volerlo seriamente prenderlo in considerazione.
Contattato dalla BBC, un membro dello staff del Bamboozle ha dichiarato di non essere “disponibile per un commento”.
In risposta alle proteste, il commissario alle relazioni razziali della Nuova Zelanda ha rilasciato una dichiarazione al sito web di notizie Stuff: “Abbiamo un sacco di ristoranti di livello mondiale in Nuova Zelanda, ma non può certo essere incluso in questa categoria un posto che usa stereotipi razziali per vendere cibo”, le parole di Dame Susan Devoy.
Questa non è la prima volta che il signor Kraal si è trovato in difficoltà per la scelta del linguaggio usato nei suoi menu.
Nel 2009, il suo ristorante Crumpet Club è stato attaccato per una torta a base di pollo, brie e mais dolce che è stata descritta come “leggermente gay, lo so, ma così gustosa”.
La descrizione della torta è stata successivamente rimossa dal menu dopo un reclamo alla Commissione per i diritti umani.
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