Dopo una giornata segnata dalla crisi di governo, il parlamento ucraino ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti dell’esecutivo guidato dal premier Arseny Yatseniuk.
Nel corso della giornata di martedì 16 febbraio 2016, avevamo seguito l’evolversi della crisi. Qui di seguito un riassunto.
Il più grande partito ucraino ha fatto sapere di non essere soddisfatto della performance del governo del primo ministro Arseny Yatseniuk.
Nel frattempo, secondo i vertici militari, gli scontri nell’est dell’Ucraina delle ultime 24 ore hanno causato la morte di tre soldati e il ferimento di altri sette.
Yuriy Lutsenko, il capogruppo del partito del presidente Petro Poroshenko, ha dichiarato che il partito “ha preso la decisione di classificare il lavoro dei ministri di gabinetto come insoddisfacente”. Sia il partito di Poroshenko che quello di Yatseniuk, il secondo più grande del paese, sono nella coalizione di governo.
Potrebbe tenersi già nel corso della giornata odierna la votazione sul rapporto relativo alla prestazione dell’esecutivo durante il 2015 e il suo programma per quest’anno.
Se non sarà soddisfatto, il parlamento potrà, raccogliendo le firme di 150 deputati, votare la fiducia e portare il paese a nuove elezioni se la coalizione non dovesse trovare un accordo sulla composizione di un nuovo gabinetto. Due parlamentari hanno riferito a Reuters di aver già provveduto a raccogliere le firme necessarie.
Il capogruppo del partito di Yatseniuk ha detto ai deputati che le conseguenze di un voto sfavorevole porterebbero non solo alle elezioni anticipate ma anche al caos.
La caduta del governo, infatti, causerebbe sconcerto ai sostenitori internazionali che hanno investito capitale finanziario e politico nel sostegno all’Ucraina nell’impasse con la Russia, che si è annessa la Crimea nel 2014.
Il fallimento dell’Ucraina nell’affrontare la corruzione e implementare le riforme ha già fatto deragliare i programmi di aiuti occidentali che tengono a galla un’economia stremata dalla guerra.
L’anno scorso, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha accordato all’Ucraina un pacchetto da 17,5 miliardi di dollari spalmato su quattro anni, ma finora solo 6,7 miliardi sono stati effettivamente elargiti.
L’Ucraina attende la prossima tranche da 1,7 miliardi di dollari sin da ottobre, ma il pagamento è stato dilazionato a causa proprio della lentezza delle riforme.
Il ministro dell’economia si è dimesso all’inizio di febbraio, affermando che il lavoro del suuo ministero è inficiato da corruzione e interessi personali.
La moneta ucraina ha perso valore raggiungendo un nuovo record negativo martedì 16 febbraio, perdendo ben il 12,2 per cento dall’inizio dell’anno.
Il governo fa fatica a tirare il paese fuori dalla recessione mentre combatte i separatisti filo-russi nelle zone industrializzate orientali.
Il primo ministro Yatseniuk gode oggi di bassissima stima. Tuttavia, non ha un successore chiaramente designato anche se il presidente del parlamento e il ministro della finanza, un tecnocrate, sono considerati papabili.
Intanto, tre soldati ucraini sono rimasti uccisi e sette feriti nelle ultime 24 ore nel corso degli scontri con i separatisti filo-russi. A renderlo noto martedì 16 febbraio fonti ufficiali dell’esercito che hanno riferito che si tratta del bilancio peggiore da metà novembre 2015, quando cinque uomini erano stati uccisi.
Il cessate il fuoco stabilito un anno fa non ha messo fine alla violenza nei territori separatisti nell’est del paese. Gli osservatori internazionali riferiscono anche che i bombardamenti sono incrementati nelle ultime settimane.
“Ieri, la situazione sulla linea del fronte è degenerata. Almeno un attacco su tre è stato sferrato con armi pesanti o mortai banditi dal cessate il fuoco firmato a Minsk”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito Oleksander Motuzyanyk durante un briefing trasmesso in televisione.
Ha detto che gli scontri sono avvenuti nei pressi del villaggio di Zaitseve, circa 50 chilometri a nord della città di Donesk, in mano ai ribelli.
In febbraio, il segretario generale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che monitora il cessate il fuoco, si è detto particolarmente preoccupato per l’escalation del conflitto nonostante l’accordo di pace.
I ribelli separatisti accusano invece le truppe governative di violare quotidianamente il cessate il fuoco. Martedì 16 febbraio, un ufficiale dei separatisti ha riferito che il governo ucraino ha bombardato Zaitseve e i sobborghi occidentali di Donetsk.
Il bilancio della guerra in Ucraina è di oltre 9 mila vittime tra soldati e civili. Si combatte ormai dall’aprile 2014 quando i separatisti filo-russi sono insorti in seguito all’invasione russa della Crimea. Mosca aveva reagito alla rimozione del presidente filo-russo seguita alle proteste di massa nel paese.
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