Le autorità israeliane hanno annunciato che rimuoveranno i metal detector installati all’ingresso di un luogo sacro nella Città Vecchia di Gerusalemme, per sostituirli con una tecnologia per la sorveglianza meno invasiva.
La decisione di predisporre i metal detector era stata presa dopo che alcuni uomini arabo-israeliani lo scorso 14 luglio hanno ucciso due soldati nella Spianata delle Moschee. Ma la comunità palestinese e musulmana ha contestato la scelta. Durante le proteste di venerdì 21 e sabato 22 luglio tre israeliani e quattro palestinesi sono rimasti uccisi.
La recrudescenza dello scontro ha portato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a cercare di risolvere la questione. L’inviato Onu in Medio Oriente ha inviato quindi una raccomandazione per sottolineare il rischio che la tensione potesse andare ben oltre la città di Gerusalemme.
I metal detector saranno sostituiti da videocamere di sorveglianza.
Il primo ministro palestinese Rami Hamdallah e la guida islamica della moschea di al-Aqsa hanno entrambi criticato le misure intraprese da Israele e hanno chiesto che vengano rimosse anche le telecamere.
“Devono essere rimossi tutti gli ostacoli che impediscono la libertà di culto, chiediamo il ritorno alla situazione precedente il 14 luglio”, ha dichiarato Hamdallah durante la riunione del suo governo in Cisgiordania.