Le Nazioni Unite lanciano un nuovo allarme per l’accordo tra Australia e Papua Nuova Guinea sull’insediamento dei migranti richiedenti asilo. L’Alto Commissariato per i Rifugiati ha diffuso stamattina una nota in cui dichiara la preoccupazione della comunità internazionale per il benessere e la salvaguardia dei rifugiati che provano a raggiungere l’Australia.
L’intesa raggiunta nel 2012 tra il Primo Ministro australiano Kevin Rudd e il Primo Ministro della Papua Nuova Guinea Peter O’Neill prevede che i migranti diretti verso l’Australia siano respinti verso i centri di accoglienza di Manus Island in Papua Nuova Guinea o verso le altre isole del Pacifico. Il governo australiano non ha posto un limite massimo ai rinvii che possono essere effettuati. I migranti devono presentare richiesta d’asilo alla Papua Nuova Guinea e anche se idonei non possono stabilirsi in Australia, ma sono costretti a restare nell’isola.
“Riguardo alle nuove misure, l’UNHCR è preoccupata per l’assenza di adeguati standard di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati. Il Patto per l’Insediamento Regionale del governo australiano solleva domande serie che fino ad ora non hanno ricevuto risposta.” si legge nella dichiarazione dell’agenzia delle Nazioni Unite.
Le preoccupazioni seguono le denunce di abusi e maltrattamenti avvenuti nel centro d’accoglienza di Manus Island, nonché una recente visita dell’Alto Commissario per i Rifugiati. L’ex capo della sicurezza Rod St George ha segnalato episodi di violenze sessuali, tentato suicidio e autolesionismo tra gli ospiti del centro.
Ma secondo il ministro australiano per l’immigrazione Tony Burke, questa versione dei fatti non corrisponde alla realtà. In seguito alla breve ispezione che ha condotto giovedi a Manus Island, il ministro ha dichiarato che non c’è nessun motivo per cui il centro non possa ampliare la capacità di accoglienza dei richiedenti asilo, in quanto gli standard minimi di benessere sono rispettati. Saranno trattate oltre 3000 domande mensili.
In Papua Nuova Guinea intanto si propone un’azione legale per la revoca del patto con l’Australia. Il leader dell’opposizione Belden Namah ha detto ad Al Jazeera che l’accordo è contrario alla Costituzione della Papua Nuova Guinea e alla Convenzione ONU sui Rifugiati.