Il filosofo e scrittore francese Voltaire è nato il 21 novembre 1694, a Parigi, in Francia.
Il suo vero nome era Francois-Marie Arouet e faceva parte di una famiglia dell’alta borghesia. Dopo aver studiato alla scuola di diritto – che lasciò polemicamente poiché non voleva fare l’avvocato – si avvicinò ad ambienti libertini e, a causa dei suoi primi scritti che criticavano la casa reale, fu prima esiliato e poi incarcerato per un breve periodo.
Nel 1726 si recò in Inghilterra, dove entrò in contatto con diversi esponenti della cultura liberale e dove apprezzò molto la monarchia costituzionale, in contrasto con quella assoluta francese. Sempre in questo periodo, iniziò a usare lo pseudonimo di Voltaire, la cui origine non è nota.
Tornato in Francia nel 1728, iniziò a scrivere diverse tragedie, e trattati di divulgazione scientifica, questi ultimi molto vicini alle nuove teorie di Isaac Newton.
Riavvicinatosi alla corte reale, nel 1746 fu nominato storiografo e membro dell’Academie Francaise, ma nel 1749 lasciò la Francia per recarsi in Prussia prima e in Svizzera poi, nel paesino di Ferney.
Fu qui che divenne un punto di riferimento per tutti gli intellettuali dell’epoca che stavano dando vita a quel movimento noto come illuminismo. Sempre in quest’ottica, tra il 1751 e il 1780 collaborò con Diderot e d’Alembert alla realizzazione dell’Enciclopedia, basata proprio sugli ideali illuministi.
La sua opera principale, però, fu Candido, o l’ottimismo, pubblicata per la prima volta nel 1759. Nel testo Voltaire vuole confutare la teoria del filosofo tedesco Leibniz, per cui quello in cui viviamo è “il migliore dei mondi possibili”.
Un altro tema ricorrente nel pensiero di Voltaire è quello riguardo l’esistenza di Dio. Diversamente da altri illuministi, il filosofo non si riteneva ateo, e assunse una posizione deista, per cui esiste un Dio superiore che ha creato il mondo secondo un disegno intelligente e che non lo governa.
Voltaire morì a Parigi il 30 maggio 1778.
Leggi l'articolo originale su TPI.it