Il 5 dicembre 2013 moriva Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace nel 1993 e simbolo della lotta all’apartheid nel Sudafrica.
Fu il primo presidente eletto nel paese africano dopo la fine dell’apartheid, la segregazione razziale. Attivo fin dai vent’anni contro le azioni repressive del governo, come deportazioni e leggi contro l’ugualianza, diventò il simbolo della lotta contro il razzismo.
Mandela militò nell’African National Congress (Anc) e prese parte per tutta la giovinezza a campagne di resistenza contro la politica dell’apartheid. Tra le iniziative promosse per aiutare i neri, all’epoca fortemente discriminati, ci fu la fondazione di uno studio legale per dare assistenza a basso prezzo – o addirittura gratuita – ai neri.
Nel 1962 fu arrestato e condannato a cinque anni di lavori forzati per incitamento alla dissidenza e per i suoi viaggi all’estero non autorizzati. Nel 1964 fu condannato all’ergastolo, dopo aver ricevuto diversi capi d’accusa.
Le crescenti proteste dell’Anc e le pressioni continue della comunità internazionale portatono al suo rilascio l’11 febbraio del 1990 su ordine del presidente sudafricano F.W. de Kelerk.
La sua morte, il 5 dicembre 2013, è stata annunciata dal presidente Jacob Zuma. Alla notizia, i sudafricani sono scesi per strada, marciando proprio come avevano fatto nel 1994, uniti per votare la fine della segregazione tra bianchi e neri.
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