In seguito alla vicenda Aquarius, la nave con 629 migranti a bordo a cui Salvini ha negato l’accesso nei porti italiani, è iniziata la girandola dei numeri: quanti immigrati ci sono davvero in Italia? È legittimo parlare di “invasione”, come fa da tempo il leader della Lega?
Uno dei principali problemi nella lettura delle statistiche è che spesso ci si dimentica di distinguere tra rifugiati, richiedenti asilo che attendono una risposta alla loro domanda di protezione internazionale, immigrati irregolari.
Si tende a mettere tutto in uno stesso calderone, citando dati parziali per sostenere la propria causa ma dimenticando che la questione ha numerose sfaccettature.
In precedenti articoli abbiamo provato a fare chiarezza su alcuni dati. Innanzitutto il numero di rifugiati: l’Italia, come evidenzia una tabella dell’UNHCR elaborata da Le Nius ospita meno rifugiati rispetto a molti altri paesi europei (qui la tabella).
Come detto, questo dato si riferisce però solo alle persone che hanno diritto all’asilo politico, e non tiene conto dei migranti irregolari e di quelli che, sbarcati nei singoli paesi, attendono che la loro domanda di asilo venga valutata.
Se ci riferiamo a quest’ultima categoria di persone, l’Italia risulta avere un carico molto maggiore rispetto a tanti altri paesi. Non a tutti, però, perché anche in questo ambito ci sono nazioni, come la Germania ma anche Malta, finita al centro delle polemiche per il caso Aquarius, che ospitano più richiedenti asilo in relazione alla popolazione totale (la Germania anche come numeri assoluti) rispetto al nostro paese.
Resta il fatto che il regolamento di Dublino, che obbliga il paese di primo approdo a prendersi in carico la richiesta di asilo, unito alla pressione che negli ultimi anni è arrivata dal Nord Africa e in particolare dalla Libia, hanno fatto sì che il numero di richiedenti asilo in Italia sia aumentato moltissimo in particolare nel 2016 e nel 2017.
Nel 2016, nel nostro paese, ci sono state 121mila richieste di protezione internazionale, numero che è salito a 126mila nel 2017.
Non è quindi sbagliato, da questo punto di vista, sostenere che l’Italia sia stata lasciata sola dagli altri paesi europei in materia di prima accoglienza. Il regolamento di Dublino e il fallimento del sistema di ricollocamento dei migranti in base a quote stabilite per ciascun paese hanno aumentato notevolmente il carico sul nostro paese.
Ovviamente, come già specificato, i dati vanno letti in una prospettiva integrata, e non in maniera isolata. Come abbiamo evidenziato in questo articolo infatti, va ricordato che il numero di migranti sbarcati in Italia, dal 2017, è molto diminuito.
Martedì 12 giugno il suo ministero ha pubblicato infatti i dati ufficiali sul numero di migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio 2018. Come si può notare, anche per effetto degli accordi con la Libia stipulati dal predecessore di Salvini, Marco Minniti, il numero di sbarchi è enormemente diminuito rispetto al 2016 e al 2017.
Dall’inizio di quest’anno, infatti, sono sbarcati in Italia 14.441 migranti, contro i 64.033 del 2017 e i 52.775 del 2016.
Tra il 2017 e il 2018, il calo è stato dell’84 per cento.