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    Un ribelle ugandese sarà processato al tribunale dell’Aia

    Dominic Ongwen, comandante del Lord’s Resistance Army (Lra), dovrà rispondere di oltre 70 capi d'imputazione riguardo i crimini di guerra compiuti in Uganda

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Gen. 2016 alle 15:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:19

    Dominic Ongwen, comandante del Lord’s Resistance Army (Lra) ugandese, sarà processato a partire dal 26 gennaio e dovrà rispondere di oltre 70 capi d’imputazione di fronte al tribunale dell’Aia. Tra le accuse c’è anche l’uso di mezzi come la violenza e lo stupro per trasformare bambini in soldati o in schiavi sessuali.

    Il gruppo ribelle guidato da Joseph Kony conduce una sanguinosa campagna contro il governo ufficiale dell’Uganda dal 1987. Kony, auto-proclamatosi profeta, portavoce di Dio e tramite umano dello Spirito Santo, punta a sostituire il governo del presidente Yoweri Museveni con uno stato teocratico fondato sui dieci comandamenti.

    Ongwen, nato nel 1975, fu rapito, brutalizzato e trasformato in un bambino soldato. Diventato uno dei comandanti del Lra, ha applicato le stesse orribili pratiche da lui subite alla formazione di nuovi bambini soldato.

    Ongwen avrebbe guidato quattro attacchi contro altrettanti campi profughi, massacrando civili e rapendone altri per trasportare il bottino. Le autorità ugandesi hanno diffuso video che mostrano gli effetti devastanti degli attacchi del Lra: capanne di paglia bruciate e fosse comuni.

    Terribile anche l’accusa secondo cui Ongwen avrebbe ordinato ai suoi soldati di uccidere, cucinare e mangiare alcuni civili che erano stati rapiti durante gli attacchi.

    Ongwen, che si è arreso e consegnato a gennaio del 2015 dopo anni di latitanza, è apparso a disagio ma anche risoluto: “Tutto questo è solo una perdita di tempo”, ha dichiarato.

    Il procuratore Ben Gumpert ha riferito che l’infanzia traumatica di Ongwen potrà forse essere considerata un’attenuante. Gli avvocati della difesa puntano a far cadere ogni accusa per carenza di prove.

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