“Gli attentati kamikaze sono vietati nell’Islam, secondo la Sharia”. È quanto è stato dichiarato da circa 200 membri dell’ulema pakistano, ovvero un gruppo di studiosi islamici riconosciuto per la sua specializzazione in legge sacra islamica e teologia, riunitosi nella città di Lahore, in Pakistan, domenica scorsa.
Il decreto, diffuso alla stampa dal maulana Ziaul Haq Naqshbandi, contiene anche una condanna a vari gruppi jihadisti tra cui l’Isis, al-Qaeda, Boko Haram e il Tehreek-i-Taliban Pakistan, questi ultimi responsabili dell’attentato alla scuola di Peshawar dello scorso dicembre, in cui persero la vita almeno 132 bambini.
A detta dell’ulema, è proprio la filosofia alla base di questi gruppi estremisti che sarebbe in contraddizione con i dettami del Corano: il loro modus operandi è basato su una scarsa conoscenza della religione, spesso di proposito storpiata e strumentalizzata al fine di giustificare le loro azioni anti-islamiche.
I “peggiori peccatori”, si legge nel decreto, sono invece coloro che attaccano i luoghi di culto dei non musulmani. Il decreto sottolinea il dovere di uno stato islamico di proteggere i suoi cittadini non musulmani dalla violenza religiosa, purtroppo molto frequente in Pakistan dove i non musulmani costituiscono solo il 3,6 per cento della popolazione totale.
Gli ulema vorrebbero inoltre formare un comitato con lo scopo di sradicare il terrorismo e abbattere la propaganda jihadista all’interno del Paese.
Oggi il gruppo di studiosi ha deciso di osservare una giornata di pace e amore, in cui si sono tenuti sermoni contro le uccisioni illegali, ovvero da loro ritenute contrarie alla sharia, in circa 400mila moschee .