Regno Unito, torna a fare paura il Covid: oltre 200 morti al giorno e 43mila casi. Sotto osservazione nuova mutazione
Il Regno Unito ieri ha riportato il numero più alto di decessi per Covid dallo scorso marzo, con 223 decessi registrati entro 28 giorni dalla positività al nuovo coronavirus. Si tratta del bilancio più alto dal 9 marzo, che porta il totale nei sette giorni precedenti a 911, un aumento di quasi il 15% rispetto alla settimana precedente.
Nonostante il forte aumento dei casi, il governo di Boris Johnson non intende reintrodurre restrizioni anti-Covid, eliminate per la maggior parte lo scorso luglio. Secondo quanto dichiarato ieri da Downing Street, non sarà preso in considerazione per il momento il cosiddetto “piano B”, predisposto nel caso di un peggioramento della situazione epidemica. Il piano prevede il ritorno dell’obbligo di mascherina e la richiesta in alcuni contesti di certificati vaccinali, un obbligo al momento assente in Regno Unito.
Una decisione che le autorità sanitarie chiedono al governo britannico di riconsiderare, alla luce dei dati in peggioramento degli ultimi giorni. La NHS Confederation, che riunisce gli enti che erogano i servizi del Servizio sanitario nazionale britannico, ha chiesto un intervento immediato per sventare una “profonda crisi” nei prossimi tre mesi. “Dovremmo fare ciò che prevede il piano B in termini di mascherine (…) e lavorando da casa, ma dovremmo anche cercare il genere di mobilitazione nazionale che abbiamo visto durante la prima e la seconda ondata” ha detto Matthew Taylor, a capo dell’organizzazione.
Solo nella giornata di ieri sono stati riportati altri 43.738 casi di coronavirus, in leggero calo rispetto a lunedì, con un aumento dei ricoveri giornalieri, arrivati a 921, il 10 percento in più rispetto alla settimana precedente.
L’aumento dei casi è stato trainato dalla diffusione del nuovo coronavirus tra ragazzi non vaccinati delle scuole superiori, che hanno poi contagiato le fasce di età più anziane, portando a un aumento delle ospedalizzazioni. Attualmente sono 7.749 i pazienti ricoverati per Covid, di cui 823 costretti a ricorrere a un ventilatore.
Una nuova mutazione sotto osservazione
Oltre ai rischi legati alle riaperture e alla riduzione dell’efficacia dei vaccini, le autorità sanitarie britanniche continuano a monitorare il rischio, per ora limitato, dell’emergere di nuove varianti. In particolare a finire sotto osservazione nelle ultime settimane è stata la mutazione AY.4.2 della variante Delta, da mesi quella dominante nel Regno Unito e nel resto del mondo. La nuova sottovariante, da alcuni denominata “Delta plus”, è considerata del 10 percento più trasmissibile della Delta, e sarebbe stata rilevata nel 6% dei casi sequenziati geneticamente. Nonostante la maggiore capacità di tramissione, non è considerata allarmante dagli esperti e non è attualmente classificata tra le varianti più a rischio.
“Come ci si aspetterebbe, la stiamo monitorando da vicino e non esiteremo ad agire se necessario”, ha detto il portavoce di Boris Johnson.
La AY.4.2, identificata a luglio 2021, include nuove mutazioni alla proteina spike, che il virus usa per penetrare nelle cellule. La sottovariante è stata identificata anche negli Stati Uniti e in Danimarca. Ieri anche Israele ha dichiarato di aver rilevato un caso, un bambino di 11 anni che atterrato all’aeroporto di Tel Aviv dalla Moldavia.