Dall’ex militare pro-Remain alla ministra che vuole deportare i richiedenti asilo: i favoriti a sostituire Johnson
È partita la corsa alla successione di Boris Johnson, dopo la clamorosa rivolta dei suoi ministri che lo ha costretto alle dimissioni. Il premier britannico ha dichiarato che il suo governo continuerà a portare avanti le politiche previste dal programma elettorale fino alla nomina del nuovo leader dei conservatori, senza imprimere “grandi cambi di direzione”.
La decisione di rimanere in sella ha scontentato alcuni esponenti Tory, che speravano in un immediato passo indietro dopo la raffica di dimissioni dei membri del suo governo, più di 50 nell’arco di appena due giorni. A scatenare la protesta non è stato solo l’ennesimo scandalo ma la crisi nei sondaggi confermata dalle recenti sconfitte elettorali.
Per i conservatori si tratta quindi di trovare il leader giusto per traghettare il partito in un momento difficile, nonostante l’ampia maggioranza in parlamento. Il prossimo premier dovrà affrontare affrontare la guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante e i nodi irrisolti della Brexit, prima tra tutti l’ipotesi di cambiare unilateralmente gli accordi riguardanti l’Irlanda del Nord.
Secondo i bookmaker, il favorito alla successione è l’attuale ministro della Difesa Ben Wallace, apprezzato sia per la risposta alla guerra in Ucraina che, precedentemente, per il ritiro delle truppe dall’Afganistan. Attualmente in testa alle preferenze dei conservatori secondo il sondaggio YouGov, Wallace si era schierato a favore del Remain nel referendum sull’uscita dall’Unione Europea e ha una conoscenza diretta dei problemi dell’Irlanda del Nord. Oltre ad avervi trascorso parte del servizio militare, sotto David Cameron è stato anche sottosegretario per l’Irlanda del Nord. Il basso profilo che ha caratterizzato la sua carriera politica potrebbe finire per favorirlo, marcando la distanza dalle eccentricità di Johnson, ormai associate più agli scandali che a qualsiasi forma di anticonformismo.
Tra i favoriti, c’è anche un’altra personalità che ha ricoperto la carica di ministra della Difesa: la convinta “Brexiter” Penny Mordaunt, attuale ministra del Commercio internazionale. Mordaunt si è classificata seconda nel sondaggio di YouGov tra i membri del partito, alle spalle del solo Wallace. Secondo quanto riporta il quotidiano The Guardian, è considerata “la paura più grande” dai laburisti, data anche la sua performance positiva nei focus group.
Tra le personalità in passato più quotate, spicca ancora Rishi Sunak, uno dei primi a dare il via alla serie interminabile di dimissioni martedì scorso. Come cancelliere dello Scacchiere (equivalente al ministro delle Finanze), Sunak si è messo in grande evidenza nel primo periodo della pandemia, raccogliendo consensi grazie ai numerosi provvedimenti per tenere a galla l’economia. Successivamente è stato penalizzato dallo scandalo del “Partygate”, riguardo le feste tenute durante la fase più dura del lockdown, e dalla risposta giudicata inadeguata all’inflazione degli ultimi mesi. Rimane ancora al terzo posto nelle preferenze dei conservatori, secondo YouGov.
Meno gettonato il predecessore di Sunak all’11 di Downing Street, Sajid Javid. L’ex ministro della Salute è stato il primo ad annunciare le sue dimissioni, aumentando le sue possibilità nella corsa per la leadership a cui già aveva preso parte nel 2019. In quel caso non era riuscire ad approdare alla fase finale, in cui gli iscritti del partito votano tra due candidati scelti dai parlamentari.
Altri nomi che stanno circolando sono quelli della ministra degli Esteri Liz Truss, un falco riguardo la questione nordirlandese, la ministra della Giustizia Suella Braverman, che ha già dichiarato guerra al politicamente coretto e il presidente del comitato affari esteri della Camera dei comuni Tom Tugendhat. L’ex militare, considerato un centrista, è stato il primo a ufficializzare la sua candidatura, ma è penalizzato dall’assenza di esperienza nel governo. Altre personalità apprezzate dai conservatori sono l’ex ministro per l’Edilizia Michael Gove, l’unico nelle scorse ore a essere stato rimosso da Johnson invece di uscire dal governo dimettendosi, e il vicepremier Dominic Raab, ex ministro degli Esteri. Seguono anche l’ex avversario di Johnson, Jeremy Hunt, sconfitto dall’ex sindaco di Londra nel 2019, e l’attuale cancelliere dello Scacchiere Nadhim Zahawi, che rischia di pagare alcune delle scelte fatte negli ultimi giorni, in cui si è unito pubblicamente alla fronda dei ministri anti-Johnson ad appena poche ore dal suo ingresso nell’esecutivo. Fanalino di coda nelle preferenze dei conservatori è la ministra dell’interno Priti Patel, il volto duro delle controverse politiche migratorie britanniche, culminate nel piano per deportare i richiedenti asilo in Ruanda.