“Non escludo” che l’Italia, oltre alle armi, abbia mandato in Ucraina anche uomini. Lo ha detto l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, rispondendo ad una domanda sul Donbass, in un’intervista a Oval media, a margine del Verona Eurasian Economic Forum che si è tenuto il 27-28 ottobre 2022 a Baku. Parole che sono state smentite in parte dall’ambasciata russa in Italia secondo cui il diplomatico ha parlato di “cannoni italiani” e non di persone inviate dal nostro Paese nel Donbass.
Letteralmente, l’ambasciata ricostruisce che l’intervistatore Franco Fracassi ha detto: “Io quest’estate ad agosto sono stato in Donbass e due cose mi hanno fatto veramente impressione. La prima, a Donetsk ogni 40 secondi si sentiva un’esplosione di cannone e a Donetsk non c’è la guerra perché il fronte sta a centinaia di chilometri”. Razov ha annuito e Fracassi ha aggiunto “perché erano arrivati i cannoni italiani che bombardavano la città. Non gli italiani, ma, con i cannoni italiani”. A quel punto Razov ha detto “forse italiani”. Fracassi quindi ha chiesto “forse anche italiani?”. E Razov: “Non escludo, si”. L’ambasciata russa afferma che “come si può vedere, non si tratta di persone, ma di cannoni usati per bombardare Donetsk, che potrebbero essere anche di produzione italiana, ma la parte russa non ne ha certezza”.
Medvedev torna all’attacco
“L’Occidente spinge il mondo verso una guerra globale, solo la vittoria russa è una garanzia contro la guerra mondiale”. Lo scrive Dmitri Medvedev su Telegram, aggiungendo: l’Occidente continua a ripetere che “non si può permettere alla Russia di vincere. Che significa? Se non vince la Russia, deve vincere l’Ucraina. E l’obiettivo di Kiev è il ritorno di tutti i territori che in precedenza le appartenevano. Questa è una minaccia all’esistenza stessa del nostro Stato. E rappresenta una ragione diretta per l’applicazione della clausola 19 dei Fondamenti della politica della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare”.