Secondo il Papa emerito Ratzinger l’origine degli abusi sessuali su minori nella mondo cattolico va rintracciata “nell’eccessivo garantismo” della Chiesa negli anni Ottanta e Novanta e nella rivoluzione sessuale del 1968.
A causa di questo atteggiamento il diritto alla difesa è stato esteso a tal punto che “le condanne divennero quasi impossibili”.
Questo il messaggio di Benedetto XVI in un un documento di 18 pagine sugli abusi nella Chiesa e pubblicato dal Corriere della Sera.
Nel ’68 “iniziò il collasso spirituale della teologia morale, con la pedofilia che diviene permessa e conveniente (…) Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi”.
Nel suo documento, Ratzinger ha osservato che la rivoluzione del 1968 ha favorito una “totale libertà sessuale, una libertà che non concedeva più alcuna norma”.
Dopo il Concilio vaticano II del 1965, inoltre, “la teologia morale cattolica ha sofferto un collasso che ha reso la Chiesa indifesa contro i cambiamenti nella società”.
Quindi secondo Benedetto XVI la pedofilia è riuscita a propagarsi così tanto nella Chiesa a causa “dell’assenza di Dio”.
Inoltre, “la crisi causata da molti casi di abuso ad opera di sacerdoti spinge a considerare la Chiesa qualcosa di malriuscito che dobbiamo prendere per mano noi stessi”.