La maggior parte di noi è abituata a pensare all’ascesa del nazismo e alla Seconda guerra mondiale come a eventi “in bianco e nero”, perché, seppur evidentemente svoltisi a colori nella realtà, le raffigurazioni che ne abbiamo, tramite foto e filmati, sono quasi esclusivamente in quella fascia cromatica.
Non molti sanno però che Adolf Hitler aveva un fotografo personale chiamato Hugo Jaeger, che fece largo uso di pellicole a colori per documentare l’ascesa del nazismo in Germania negli anni Trenta e poi nel corso della Seconda guerra mondiale, cosa che allora era molto poco comune.
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Alla fine della guerra, Jaeger seppellì le foto di questa gallery in dodici barattoli di vetro sigillati nei pressi di Monaco di Baviera, e li recuperò solo molti anni dopo, nel 1955. Dieci anni più tardi, vendette le foto alla rivista Life.
Con i loro toni accesi e l’anomali di vedere questo genere di immagini con i loro colori reali, le sue foto danno un’inquietante idea del fasto che circondava ogni evento dell’epoca e sembrano rendere ancora più reale e tangibile quel periodo oscuro dell’umanità.
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