Il rapporto tra Donald Trump e la verità è finito sulla copertina della rivista statunitense Time. In un’intervista pubblicata dal giornale il 23 marzo, il presidente ripercorre le motivazioni e le caratteristiche del suo stile comunicativo cercando di giustificare alcune sue affermazioni che hanno portato alla nascita del termine post-truth (post-verità).
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La scelta grafica del magazine per presentare l’intervista all’inquilino della Casa bianca riprende un’analoga copertina dell’8 aprile 1966. Is God Dead? nell’ultima uscita di Time è diventato Is Truth Dead?: un richiamo ai molti dubbi che ogni volta sono sollevati su quanto detto dal presidente degli Stati Uniti.
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Trump fornisce una serie di risposte riguardo alla sua tendenza a fare affermazioni poco caute. Una delle giustificazioni fornite dal presidente ha a che fare con il suo carattere.
“Sono istintivo, ma il mio istinto finisce per essere giusto”, ha detto all’intervistatore riferendosi all’ilarità che suscitava in campagna elettorale la sua certezza di risultare vincitore alle elezioni.
Per quanto riguarda la diffusione di notizie non confermate, il presidente statunitense si difende dicendo di aver citato giornali e altre persone, andando contro la comune convinzione che tutto ciò che esce dalla bocca di un capo di stato debba essere vero, o quanto meno verificato da fonti attendibili.
Significativo anche il modo in cui Trump sceglie di concludere la conversazione con il giornalista del Time: “Non posso fare così male se sono il presidente e tu no, giusto?”.
È un modo per sottolineare come la sua vittoria alle elezioni di novembre 2016 abbia in realtà messo a tacere qualsiasi dubbio sul suo effettivo successo e su quello della sua amministrazione.
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