Alcuni missili israeliani hanno colpito l’aeroporto internazionale di Damasco nella serata di sabato 15 settembre, provocando una risposta della difesa antiaerea siriana. Lo riferisce l’agenzia di stampa governativa siriana Sana, citando fonti militari locali secondo cui diversi missili sarebbero stati intercettati.
L’agenzia non ha parlato di vittime o danni, ma ha diffuso un video che mostrerebbe la difesa anti-aerea in azione nella notte.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha confermato o smentito l’attacco, ma ha assicurato che il suo paese agisce “costantemente” per impedire ai suoi nemici di dotarsi di “armi sofisticate”.
Netanyahu si riferisce agli armamenti inviati dall’Iran agli Hezbollah libanesi, i miliziani sciiti presenti in Siria al fianco del regime di Bashar al-Assad.
“Le nostre linee rosse sono più nette che mai e le faremo rispettare con più forza che mai”, ha dichiarato il premier durante una riunione di governo.
Il ministro della Sicurezza israeliano, Gilad Erdan, ha assicurato che Israele sta agendo per “impedire che l’Iran si radichi militarmente in Siria”.
Lo scorso 4 settembre, c’era già stato un raid attribuito a Israele nella provincia occidentale di Homs.
Alcuni giorni prima, si era registrato un raid nell’aeroporto militare di Mezzeh a Damasco. L’Osservatorio siriano dei diritti umani aveva accusato le forze militari di Israele, ma il governo di Bashar al-Assad aveva smentito qualsiasi coinvolgimento israeliano.
Secondo fonti militari israeliane, l’aeronautica militare israeliana ha effettuato circa 200 attacchi aerei in Siria negli ultimi 18 mesi, prendendo di mira forniture di armi a Hezbollah e postazioni militari delle forze iraniane nel paese.