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    La Commissione europea raggiunge un accordo con la Turchia sul piano per i migranti

    Al vertice dell'Unione europea, in corso in queste ora a Bruxelles, verranno discussi i dettagli sul programma proposto ad Ankara

    Di TPI
    Pubblicato il 15 Ott. 2015 alle 19:17 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:24

    Giovedì 15 ottobre la Commissione europea ha raggiunto un accordo con il governo turco sul piano d’azione riguardo alla crisi sui migranti.

    La notizia è arrivata appena prima dell’inizio del vertice, iniziato nel pomeriggio a Bruxelles, durante la riunione dei rappresentanti permanenti. I dettagli riguardo al punto di incontro tra Europa e Turchia verranno chiariti dopo il vertice, in cui verrà dato il via libera effettivo al piano d’azione.

    Nel programma vengono garantiti aiuti finanziari al Paese per circa tre miliardi di euro per riuscire ad affrontare al meglio l’arrivo dei migranti e il loro ricollocamento. La Turchia entrerebbe inoltre nella lista dei Paesi cosiddetti “sicuri”, ossia quelli caratterizzati dall’assenza di persecuzioni, tortura o trattamenti inumani, minaccia di violenze o guerre e in cui l’assegnazione dei visti di asilo è più rapida.

    Alla Turchia viene chiesto in cambio di aumentare l’efficacia della propria guardia costiera, di aprire i nuovi centri per l’accoglienza dei migranti, costruiti negli ultimi mesi, e di regolamentare l’accettazione delle richieste d’asilo e la concessione dei visti.

    Rivolgendosi al parlamento tedesco in mattinata, la cancelliera Angela Merkel aveva sottolineato l’importanza di uno sforzo di tutta l’Europa per gestire al meglio la situazione, ricordando che la Turchia ha un ruolo chiave nella crisi.

    Dall’inizio del conflitto tra Bashar al-Assad e i ribelli, più di 4 anni fa, in Turchia sarebbero arrivati circa 2,4 milioni di rifugiati siriani. 

    A Bruxelles, i membri del vertice stanno discutendo anche dell’avvio dei centri di registrazione – i cosiddetti hotspot – ossia le postazioni destinate alla registrazione di ogni migrante al momento del suo arrivo in Europa, che consentiranno di stabilire se si tratta di rifugiati a cui può essere garantito il diritto si asilo o se dovranno essere rimpatriati.

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