Un uomo Sud Sudanese – stando a quanto riporta la CNN – avrebbe cercato di dare in sposa la propria figlia, mettendola all’asta su Facebook.
La ragazza, non ancora maggiorenne, sarebbe stata “contesa” da cinque uomini, alcuni dei quali sembrerebbero essere, oltretutto, alti funzionari del governo sudanese.
Gli attivisti e le associazioni per i diritti umani – tra cui Plan International – hanno già manifestato il loro sdegno e la loro preoccupazione, nel timore che un simile episodio possa spingere altri individui (di dubbia moralità) a utilizzare i social network per compiere azioni analogamente disdicevoli.
Dure le parole del Country Director di Plan International in Sud Sudan, George Otim, che ha affermato:
“Questo uso barbarico della tecnologia riporta alla mente la moderna tratta degli schiavi. Il fatto che oggi, in questa epoca, una ragazza possa essere venduta e data in sposa sul più grande social network al mondo va oltre ogni immaginazione“.
A tal proposito, il social di Menlo Park è stato subito messo sotto attacco dall’opinione pubblica, accusato di non aver preso provvedimenti rapidi e di aver consentito, quindi, che una giovane ragazza venisse venduta in sposa attraverso la piattaforma.
“Qualsiasi forma di traffico di esseri umani – se attraverso post, pagine, annunci o gruppi – non è consentita su Facebook”, ha affermato un portavoce della compagnia.
“Abbiamo rimosso il post e disattivato permanentemente l’account della persona che lo ha pubblicato” – ha poi aggiunto -. Lavoriamo costantemente per migliorare i metodi che utilizziamo per identificare i contenuti che violano le nostre politiche e abbiamo addirittura raddoppiato il personale del nostro team di sicurezza e protezione ad oltre 30.000 unità”, ha infine concluso.
L’asta sarebbe iniziata il 25 ottobre per terminare con la rimozione del post il 9 novembre, esattamente 15 giorni dopo. In questo arco di tempo il padre della ragazza avrebbe ricevuto in offerta 500 mucche, tre auto e 10.000 dollari in cambio della mano di sua figlia.
Purtroppo, la pratica delle spose bambine rimane ancora molto diffusa non solo in Sud Sudan, ma a livello globale.
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