Una ragazza pakistana che viveva e studiava in Italia è stata portata nel suo paese natale con l’inganno dal padre, che voleva che la figlia abbandonasse gli studi per sposare un uomo da lui scelto.
La famiglia ha anche privato la figlia 23enne dei suoi documenti per evitare che possa lasciare il paese e ribellarsi alla decisione presa dai suoi familiari.
Per denunciare la sua condizione e la privazione della libertà a cui è stata sottoposta, la ragazza ha inviato una lettera alla scuola di Monza in cui studiava chiedendo aiuto.
“Vi prego, aiutatemi, il mio futuro è in Italia, mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui”, ha scritto la giovane.
“Mio padre mi ha impedito di terminare la quarta superiore, so che una delle professoresse chiedeva che fine avessi fatto, poi mi hanno portata via”, si legge nella lettera della studentessa.
Il caso è stato denunciato ai carabinieri e trasmesso alla prefettura di Monza e Brianza perché riporti la notizia al ministero degli Esteri.
Non è la prima volta che si hanno notizie di una ragazza di origini pakistane riportata contro la sua volontà in Pakistan dai suoi stessi familiari.
Alcuni mesi fa, Farah, una studentessa di Verona italo-pakistana, era stata portata nel paese asiatico dai genitori e costretta ad abortire.
Farah, 18 anni, era rimasta incinta del suo fidanzato, un ragazzo italiano di Verona, e aveva deciso di tenere il bambino. Per portare avanti la gravidanza, aveva chiesto alla sua scuola un provvedimento straordinario per poter sostenere prima gli esami di maturità, che sarebbero caduti in prossimità del parto, per non perdere l’anno.
A gennaio, però, i suoi familiari l’hanno portata in Pakistan, l’hanno legata al letto e costretta ad abortire.
Sulla vicenda è poi intervenuta la Farnesina, chiedendo all’ambasciata d’Italia ad Islamabad di verificare con urgenza le notizie relative alla studentessa.
La giovane è stata poi soccorsa dalle autorità italiane e la Digos ha avviato le indagini.