Almeno quattro persone sono rimaste uccise negli scontri che hanno avuto luogo nel centro di Baghdad venerdì 20 maggio, secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters citando fonti ospedaliere. I feriti, invece, sarebbero almeno 90.
Gli scontri hanno avuto luogo nella capitale irachena venerdì 20 maggio e hanno visto contrapposti i manifestanti, la maggior parte sostenitori del leader sciita Moqtada al-Sadr, in piazza contro la mancata approvazione di un pacchetto di leggi contro la corruzione e il mancato aumento dei bombardamenti contro l’Isis.
La polizia ha ostacolato i manifestanti usando gas lacrimogeni e proiettili di gomma con l’obiettivo di allontanare i manifestanti dalla zona dei palazzi governativi.
Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha condannato con un discorso avvenuto in tarda notte gli scontri di venerdì 20 maggio, dichiarando che la legge farà il proprio corso nei confronti di chiunque la trasgredisca.
Il leader sciita al Sadr, invece, ha sostenuto i manifestanti, definendo la dimostrazione una rivolta pacifica e spontanea e condannando il governo che “uccide i propri figli a sangue freddo”.
In Iraq da oltre un mese è in corso una crisi politica causata dalla diffusa corruzione e dagli alti costi della guerra contro l’Isis. Il sedicente Stato islamico controlla porzioni del territorio iracheno dal 2014.