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    Il business del plasma: quanto guadagnano gli Usa dal sangue dei più poveri

    Credit: ansa foto

    Il plasma sanguigno non può essere prodotto artificialmente e l’unica fonte possibile è il prelievo dai pazienti. L’oro liquido è alla base di una lunga lista di terapie salvavita per malattie come l’Aids o l’epatite e in America, dove le donazioni a pagamento sono legali, i privati ne approfittano

    Di Laura Loguercio
    Pubblicato il 29 Nov. 2021 alle 09:28

    Gli Usa esportano il 70 per cento del plasma a livello globale, per lo più perché la maggior parte degli altri Paesi del mondo ha vietato questa pratica per motivi etici e medici.

    Laffare è colossale: quasi l1,96 per cento dellexport statunitense riguarda la vendita di sangue, un dato superiore alle esportazioni di mais e soia.

    Non a caso, in dieci anni il numero di donazioni in America è triplicato, raggiungendo i 38 milioni nel 2016, mentre i centri attivi sul territorio nazionale sono passati da 300 a 600. E il business non conosce crisi.

    Solo nel 2020, nonostante la pandemia di Covid, lexport americano del settore ha superato i 26 miliardi di dollari. Negli ultimi quindici anni, le esportazioni Usa di plasma sono cresciute di quasi il 500 per cento.

    La maggior parte di questo sangue arriva in Europa: la sola Germania acquista il 15 per cento dellexport Usa.

    Il commercio globale del settore vale decine di miliardi di dollari. Sul mercato il plasma vale più del petrolio e la fonte sono gli esseri umani: nel 2020 la popolazione mondiale ne ha prodotti oltre 61 milioni di litri. Se nel 2016 gli scambi ammontavano a 21 miliardi di dollari, entro il 2025 dovrebbero raggiungere i 48 miliardi.

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