Gli Usa esportano il 70 per cento del plasma a livello globale, per lo più perché la maggior parte degli altri Paesi del mondo ha vietato questa pratica per motivi etici e medici.
L’affare è colossale: quasi l’1,96 per cento dell’export statunitense riguarda la vendita di sangue, un dato superiore alle esportazioni di mais e soia.
Non a caso, in dieci anni il numero di donazioni in America è triplicato, raggiungendo i 38 milioni nel 2016, mentre i centri attivi sul territorio nazionale sono passati da 300 a 600. E il business non conosce crisi.
Solo nel 2020, nonostante la pandemia di Covid, l’export americano del settore ha superato i 26 miliardi di dollari. Negli ultimi quindici anni, le esportazioni Usa di plasma sono cresciute di quasi il 500 per cento.
La maggior parte di questo sangue arriva in Europa: la sola Germania acquista il 15 per cento dell’export Usa.
Il commercio globale del settore vale decine di miliardi di dollari. Sul mercato il plasma vale più del petrolio e la fonte sono gli esseri umani: nel 2020 la popolazione mondiale ne ha prodotti oltre 61 milioni di litri. Se nel 2016 gli scambi ammontavano a 21 miliardi di dollari, entro il 2025 dovrebbero raggiungere i 48 miliardi.