In Europa il dibattito sul velo islamico, integrale o meno, è quanto mai acceso. La libertà religiosa, l’uguaglianza delle donne, il rispetto delle tradizioni, il multiculturalismo, i timori per la sicurezza sono solo alcuni dei terreni su cui gli stati europei si stanno scontrando, arrivando a decidere, in alcuni casi, di varare leggi per regolare la controversa questione.
Da una parte c’è chi sostiene che i paesi debbano aumentare gli sforzi per integrare le minoranze etniche e religiose e che simboli religiosi come il velo vadano rispettati. Dall’altra c’è chi pensa che il velo rappresenti una sottomissione della donna, che poco ha a che fare con i valori occidentali e che il velo integrale debba essere vietato anche per questioni di sicurezza.
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Ecco quali sono le leggi in vigore nei paesi europei in merito alla possibilità di indossare o meno il velo integrale:
Austria – La coalizione centrista al governo il 31 gennaio 2017 ha vietato il velo integrale, niqab e burqa, negli spazi pubblici come tribunali e scuole e sta prendendo in considerazione il divieto di indossare il velo e altri simboli religiosi per gli impiegati statali. La decisione è stata presa dalla coalizione centrista per contrastare la crescita della formazione politica di estrema destra Partito della libertà, il quale di recente ha perso di misura le elezioni presidenziali.
Sono circa 150 le donne che indossano il niqab integrale in Austria, ma funzionari del turismo hanno espresso il timore che la misura avrebbe potuto dissuadere i visitatori dal Golfo. La decisione del governo necessita ora dell’approvazione del parlamento prima di entrare in vigore.
Francia – L’11 aprile 2011, la Francia è stato il primo paese europeo a vietare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Nessuna donna, francese o straniera, può uscire dalla propria abitazione con il volto nascosto da un velo senza rischiare una multa. Il divieto era stato introdotto sotto la presidenza Sarkozy, che sosteneva che i veli “opprimono le donne e non sono i benvenuti in Francia”.
Nell’estate 2016 in alcune località marittime della Francia, come la Costa Azzurra e alcuni comuni della Corsica, era stato introdotto il divieto di indossare il burkini, una sorta di costume da bagno che copre tutto il corpo umano femminile, compresa la testa, conforme ai dettami dell’islam e che lascia scoperti solo mani, piedi e viso. Il divieto di burkini è stato successivamente revocato dopo che la corte suprema amministrativa francese ha annullato la legge.
In Francia vivono circa cinque milioni di musulmani, la più grande minoranza musulmana in Europa occidentale, ma sono solo circa 2mila le donne che indossano il velo integrale. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha confermato il divieto il 2 luglio 2014, dopo il ricorso di una donna 24enne francese che aveva sostenuto che il divieto del velo integrale violasse la sua libertà di religione e di espressione.
Germania – Il 6 dicembre 2016 la cancelliera Angela Merkel ha detto che indossare il velo integrale che copre il volto dovrebbe essere vietato in Germania “ovunque sia legalmente possibile”. L’intenzione era già stata proposta dal ministro dell’interno Thomas de Maiziere nell’agosto 2016. Al momento non esiste alcuna legge nazionale che vada in questa direzione.
Nel settembre 2003, la Corte costituzionale federale si era pronunciata a favore di un insegnante che voleva indossare il velo islamico a scuola ma aveva aggiunto che gli stati federali avrebbero potuto modificare le loro leggi a livello locale. Almeno la metà dei 16 stati della Germania ha continuato a vietare agli insegnanti di indossare il velo a scuola.
Belgio – La legge che vieta il velo integrale è entrata in vigore in Belgio nel luglio 2011 e riguarda luoghi come parchi e strade. Numerose le proteste nel paese durante la discussione parlamentare. Nel mese di dicembre 2012, la Corte Costituzionale aveva respinto i ricorsi che chiedevano di annullare il divieto, stabilendo che tale divieto non rappresenta una violazione dei diritti umani. Prima che la legge statale fosse approvata, il burqa era già stato vietato in diversi distretti secondo le vecchie leggi locali.
Paesi Bassi – I Paesi Bassi nel novembre 2016 avevano approvato alla camera il divieto parziale del burqa e del niqab in pubblico, che impedisce di indossarlo nei luoghi pubblici come scuole, ospedali e i mezzi pubblici. La mozione è stata approvata con 132 voti favorevoli sui 150. Il divieto include i passamontagna e i caschi integrali.
Il Senato dovrà esprimersi sulla legge perché questa entri in vigore. Circa il 5 per cento della popolazione dei Paesi Bassi è di religione musulmana, ma sono circa 300 su 16 milioni le donne che indossano il velo integrale.
Italia – Diverse città in Italia hanno introdotto divieti locali sul velo integrale. A livello nazionale, nonostante il dibattito sia aperto e alimentato in particolare da partiti come la Lega Nord, non esiste nessuna legislazione statale in materia.
La città di Novara ha introdotto delibere che scoraggiano l’uso in pubblico del velo islamico. La Lombardia aveva approvato lo stesso divieto nel dicembre 2015. Alcuni giorni fa, il 29 gennaio 2017, la regione Veneto ha detto di voler presentare un disegno di legge che imponga il divieto di indossare il burqa in tutta Italia.
Nel Paese è in vigore una legge del 22 maggio del 1975 n.152, nota anche come legge Reale. Introdotta all’epoca per ragioni di ordine pubblico, imponeva il divieto di indossare passamontagna o caschi integrali che nascondevano il volto “senza giustificato motivo”. Per quanto concerne l’interpretazione dell’espressione “senza giustificato motivo” contenuta nella norma, si era espresso nel 2008 il Consiglio di Stato ritenendo che la matrice religiosa o culturale costituisse una valida motivazione per poter circolare indossando il niqab, il burqa o un altro tipo di velo musulmano.
Spagna – In Spagna divieti locali simili a quelli italiani. La città di Barcellona nel 2010 aveva annunciato un divieto che vietava il velo in alcuni spazi pubblici, come uffici comunali, mercati e biblioteche. Anche altre cittadine della Catalogna si sono mosse nella stessa direzione.
La Corte Suprema spagnola nel febbraio 2013 ribaltò una decisione della città di Lleida stabilendo che si trattava di una violazione delle libertà religiose.
Regno Unito – Non esiste alcun divieto sull’abbigliamento islamico nel Regno Unito, ma ogni scuola può scegliere il proprio codice di abbigliamento, dopo una direttiva del 2007. L’Ukip sostiene la necessità di introdurre il divieto del velo integrale, definendolo un simbolo di una “Gran Bretagna sempre più divisa”, che opprime le donne e che minaccia la sicurezza del paese. Secondo un recente sondaggio di YouGov, il 57 per cento dei britannici è a favore del divieto.
Turchia – Fin dalla sua creazione, nel 1923, la Repubblica Turca è uno stato ufficialmente laico per volere del suo fondatore, Mustafa Kemal Ataturk. Il velo, considerato un retaggio del passato, era stato abolito.
La questione oggi divide la popolazione in maggioranza musulmana del paese. Sono almeno i due terzi le donne che indossano il velo nel paese. Nel 2008, la costituzione della Turchia è stata modificata per rendere meno stringente il divieto nelle università, consentendo l’uso di veli legati sotto il mento. Nel mese di ottobre del 2013, la Turchia ha abolito le regole che vietavano alle donne di indossare il velo nelle istituzioni statali del paese, a eccezione della magistratura, degli apparati militari e della polizia. Nel mese di agosto 2016, la Turchia ha introdotto il permesso di usare il velo per le poliziotte.
Russia – La regione di Stavropol è la prima in Russia ad aver varato un divieto di indossare l’hijab. La sentenza è stata confermata dalla Corte Suprema russa nel luglio 2013. Nel 2007 in Cecenia il presidente Ramzan Kadyrov aveva emesso un editto che ordinava alle donne di indossare il velo negli edifici statali. Si tratta di una diretta violazione della legge russa.
Svizzera – Nel settembre 2013 il 65 per cento degli elettori del canton Ticino avevano votato a favore di un divieto del velo integrale nelle aree pubbliche, scatenando numerose proteste. Era la prima volta che uno dei 26 cantoni della Svizzera imponeva tale divieto. Sono circa 350mila i musulmani in Svizzera, che ha una popolazione di otto milioni di abitanti.
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