Per la prima volta dall’inizio del conflitto in Ucraina, Vladimir Putin ammette che le sanzioni della comunità internazionale nei confronti della Russia potrebbero avere “conseguenze negative nel medio termine sull’economia nazionale”. Durante un incontro con il governo trasmesso sulla tv di stato, il presidente russo ha manifestato – seppur mascherandola – preoccupazione per le sorti dell’equilibrio finanziario del Paese.
Sull’argomento anche una recente analisi del Wall Street Journal, secondo la quale “l’economia russa sta per crollare”, le entrate sono ridotte all’osso e la strategia generale ha virato verso una traiettoria di crescita inferiore, probabilmente a lungo termine. Putin avrebbe fatto un errore di calcolo, convinto che la minaccia del taglio delle forniture energetiche avrebbe limitato il sostegno dell’Europa all’Ucraina. Questo ha portato a un dimezzamento delle entrate rispetto allo scorso anno, ampliando il deficit di bilancio. Il divario fiscale ha toccato i 34 miliardi di dollari in quei primi due mesi, l’equivalente di oltre l’1,5% della produzione economica totale del Paese.
Rispetto al dollaro, il rublo ha perso il 20% del suo valore da novembre ad oggi, complice una corsa all’utilizzo del fondo sovrano per ripianare le perdite. L’incertezza verso il futuro ha poi frenato gli investimenti privati. “L’economia russa sta entrando in una regressione a lungo termine”, ha predetto Alexandra Prokopenko, un ex funzionaria della banca centrale russa che ha lasciato il Paese poco dopo l’invasione. Per l’oligarca russo Oleg Deripaska invece il Paese sarebbe a corto di contanti “Non ci saranno soldi l’anno prossimo, abbiamo bisogno di investitori stranieri”.