Lunedì 11 dicembre, nel corso di una visita a sorpresa alla base aerea di Hmeymim, in Siria, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato l’inizio del ritiro delle truppe ancora presenti nel paese del Medio Oriente dopo la sconfitta dell’Isis annunciata pochi giorni fa.
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“Ho ordinato al ministro della Difesa e al capo dello stato maggiore di dare avvio allo smantellamento delle basi permanenti ancora attive in Siria”, ha detto il capo di stato russo, le cui parole sono riportate dall’agenzia di stampa Reuters.
“Il compito di combattere i gruppi militanti attivi qui in Siria, un compito assai difficoltoso che ha richiesto un ingente spiegamento di forze armate, si avvia a essere portato a termine in maniera decisamente efficace”, ha aggiunto Putin, che ha fatto le sue congratulazioni per il lavoro svolto ai militari in ascolto nella base di Hmeymim.
Il presidente russo ha avvertito che, se “i terroristi alzeranno di nuovo le loro teste”, Mosca non si farà trovare impreparata e “colpirà in una maniera talmente dura da non avere precedenti”.
“Non dimenticheremo mai coloro che hanno perso la vita per combattere contro il terrorismo jihadista qui in Siria e in Russia”, ha detto Putin.
Nella base militare di Hmeymim il presidente Putin ha incontrato il suo omologo siriano, Bashar al-Assad, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu e il comandante delle truppe russe in Siria, Sergey Surovikin.
Dopo la visita lampo in Siria, Putin si recherà in Egitto per un incontro bilaterale con il presidente Abd al-Fattah al-Sisi.
Pochi giorni fa il responsabile delle operazioni principali dello stato maggiore russo, Serghei Rudskoi, aveva annunciato la totale sconfitta del sedicente Stato Islamico in Siria, dopo la caduta degli ultimi bastioni ancora nelle mani dei militanti jihadisti.
“L’ultima fase della lotta contro i terroristi del sedicente Stato Islamico è stata caratterizzata da uno spiegamento di forze senza precedenti, nel quale l’esercito russo ha avuto un ruolo di primissimo piano”, aveva detto Rudskoi.
Poco più di un mese fa, l’esercito siriano fedele al presidente Bashar al-Assad aveva ripreso il completo controllo della città di Deir Ezzor, nell’est del paese, togliendola ai miliziani dell’Isis. Si trattava della più grande città siriana rimasta sotto il controllo del sedicente Stato Islamico.
L’Isis deteneva il controllo di gran parte di Deir Ezzor dal 2014, ed essa aveva sempre rappresentato un luogo strategico per via della sua vicinanza al confine con l’Iraq.
Nel corso della battaglia, lo scorso 18 ottobre era rimasto ucciso a Deir Ezzor Issam Zahreddine, uno dei principali generali dell’esercito siriano.
Il conflitto siriano dal 2011 a oggi ha ucciso più di 330mila persone e ha provocato milioni di sfollati.
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