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    Putin presenta una proposta di pace: “L’Ucraina si ritiri da 4 regioni e rinunci ad aderire alla Nato”. Secco no da Usa e Stoltenberg

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 14 Giu. 2024 alle 16:41 Aggiornato il 14 Giu. 2024 alle 16:56

    Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha presentato una proposta di pace per la guerra in Ucraina che prevede il ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e la rinuncia da parte di Kiev ad aderire alla Nato.

    Il leader del Cremlino ha illustrato il suo piano oggi, venerdì 14 giugno, alla vigilia del vertice di pace che si terrà nel weekend a Lucerna, in Svizzera, al quale Mosca non parteciperà, e mentre è in pieno corso di svolgimento il summit italiano del G7 a Borgo Sant’Egnazia, in provincia di Brindisi.

    “Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale”, ha detto Putin intervenendo a una riunione del Ministero degli Esteri russo. “Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con Ucraina ed Europa”.  Se l’Occidente e Kiev rifiuteranno – ha avvertito il presidente – dovranno assumersi la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.

    Nato e Stati Uniti, peraltro, a stretto giro hanno fatto sapere che non prendono nemmeno in considerazione la proposta di pace presentata dalla Russia.

    Secondo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, tra le condizioni poste da Mosca c’è la richiesta che l’Ucraina abbia “uno status neutrale, non allineato” e che non abbia armi nucleari. Il Cremlino rimarca anche la necessità di una “smilitarizzazione e denazificazione” del Paese.

    “Naturalmente – ha sottolineato Putin – i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti. Le nuove realtà territoriali, lo status delle Repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute. Queste disposizioni basilari e fondamentali – ha aggiunto – dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali” e “naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.

    Il presidente russo, infine, ha criticato la conferenza di pace sull’Ucraina in programma da domani in Svizzera, definendola “un altro trucco che mira a distogliere l’attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina” e a “dare ancora una volta un’apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine”. “Evidentemente – ha osservato Putin – l’Occidente non ha abbandonato l’idea di formare una sorta di coalizione internazionale anti-russa e di dare l’impressione di esercitare pressioni sulla Russia”.

    Da Occidente, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg replica: quella proveniente dal Cremlino “non è una proposta di pace, ma una proposta di maggiore aggressione e maggiore occupazione e dimostra in un certo senso che l’obiettivo della Russia è controllare l’Ucraina”.

    “Non spetta all’Ucraina ritirare le forze dal territorio ucraino”, attacca Stoltenberg: “Spetta alla Russia ritirare le proprie forze dal territorio ucraino occupato. E questa proposta in realtà significa che la Russia dovrebbe avere il diritto di occupare ancora più territorio ucraino in tutte e quattro le province” secondo loro non ucraine.

    Nessuna minima apertura nemmeno da Washington: “Putin ha occupato illegalmente il territorio ucraino sovrano e non è in alcuna posizione di dettare all’Ucraina cosa deve fare per portare la pace”, dichiara il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin.

    La guerra in Ucraina è uno dei temi chiavi anche nel vertice del G7 in corso in Puglia, al quale partecipa anche il presidente ucraino Volodymir Zelensky: “La Russia deve porre fine alla sua guerra illegale di aggressione e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina”, si legge nella dichiarazione finale dei Sette. “Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano ormai i 486 miliardi di dollari. Non è giusto che la Russia decida se e quando pagherà per i danni causati in Ucraina. Gli obblighi della Russia ai sensi del diritto internazionale di pagare per i danni che sta causando sono chiari, e quindi continuiamo a considerare tutte le possibili vie legali attraverso le quali la Russia è costretta a rispettare tali obblighi”.

    I leader del G7 accolgono “con favore il vertice sulla pace in Ucraina, previsto in Svizzera il 15 e 16 giugno”: “Continueremo a lavorare – assicurano – per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della formula di Pace del presidente Zelensky”. E infine: “Il nostro obiettivo finale rimane una pace giusta, duratura e globale in linea con il diritto internazionale, la Carta dell’Onu e i suoi principi, nonché il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Continueremo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”.

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