Putin e l’insofferenza degli oligarchi russi spaventati dalle sanzioni
Putin è noto per aver sempre sacrificato i mercati agli interessi strategici del suo potere, da quando nel 2003 mandò a picco la borsa arrestando l’uomo più ricco del Paese, il petroliere Mikhail Khodorkovsky. Successivamente nel 2014, con l’annessione della Crimea, il rublo diventò una delle monete più fragili al mondo, mentre dall’inizio dell’invasione in Ucraina, l’indice della borsa di Mosca ha perso il 33%.
Prima ancora che arrivassero le sanzioni europee i 22 uomini più ricchi della Russia hanno perso in un solo giorno 39 miliardi di dollari e il clima che si respira tra gli oligarchi-cortigiani del Cremlino in queste ore non è certo dei più distesi. Come racconta la giornalista e massima esperta in Italia di Russia e Putin Anna Zafesova su “La Stampa”, l’attuale presidente russo ha saputo creare intorno a sé un sistema di potere nato per garantire fedeltà e controllo totale. Con la rinazionalizzazione iniziata con l’arresto e l’espropriazione di Khodorkovsky la quota del PIL statale è raddoppiata fino al 70% facendo sì che fosse il potere a far fruttare il denaro e il Cremlino a distribuire le cariche e far arricchire magnati come Igor Sechin, Alexey Miller e Sergey Chemezov o i fratelli Rotenberg – ex amici di palestra del giovane Putin – grazie ai maxi appalti di Stato, dalle olimpiadi ai gasdotti.
Nessuno di loro sembra avere – per ora – la forza di ribellarsi, ma secondo quanto riporta la stessa Zafesova, sebbene le voci che girano in questo momento siano impossibili da verificare, Putin avrebbe tenuto nelle ultime ore un incontro supersegreto con i big dell’economia nel cuore degli Urali per impedire loro di fuggire a bordo dei loro jet privati. Certo è che abituati a tenere i soldi in Svizzera e alle Cayman, le mogli a Londra e le amanti in Costa Azzurra, i figli nelle scuole private di Londra e gli yacht in Sardegna, è difficile immaginare che con il peggioramento della situazione economica e il progressivo isolamento per Putin, la sua cerchia di fedelissimi sia disposta a morire per lui dentro a un bunker.