“Il primo luglio sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Mosca e Minsk hanno convenuto che, senza violare i loro obblighi ai sensi del Trattato Start, avrebbero dispiegato lì gli arsenali”: il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia di stampa governativa Ria Novosti, torna a minacciare l’Europa.
“La Russia – avverte lo zar – ha già consegnato alla Bielorussia il sistema missilistico Iskander, in grado di trasportare armi nucleari. Schiereremo anche 10 aerei in grado di trasportare armi nucleari tattiche”, ha poi aggiunto Putin nell’intervista ai media russi. Nei piani del Cremlino si tratta di una risposta alla fornitura di munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina: “Sono armi molto pericolose per l’uomo e la natura a causa della polvere radioattiva. Mosca ha molte di queste armi, ma non le ha ancora usate”.
Dopo aver rivendicato la produzione di 1600 carri armati – numero che “supererà di tre volte la fornitura dell’Ucraina” – Putin ha puntato nuovamente il dito su Washington per il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. “Sono completamente d’accordo con le conclusioni secondo cui le esplosioni ai gasdotti sono opera delle agenzie di intelligence statunitensi”, ha affermato.
Sulle alleanze internazionali Putin ha menzionato la recente visita a Mosca del presidente Xi Jinping: “È un interlocutore molto interessante, conosce tutto nei dettagli. Seduti accanto al caminetto e bevendo del tè, abbiamo parlato di tutto con calma, abbiamo affrontato la situazione internazionale e il leader della Repubblica popolare cinese ha prestato molta attenzione a rivelare gli inizi positivi del piano di pace cinese”.