Papa Francesco lascia il Brasile ma continua a far parlare di sé. Sul volo di ritorno da Rio de Janeiro a Roma il Pontefice, che aveva detto di essere “un po’ stanco”, ha risposto alle domande dei giornalisti che viaggiavano con lui per un’ora e venti.
Interrogato sulle dichiarazioni riguardanti monsignor Ricca e le lobby gay il Papa ha risposto sottolineando che bisogna distinguere il fatto che una persona sia gay dal concetto di lobby. Mentre le lobby per il Pontefice sono un problema grave in sé, al contrario: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” ha detto, aggiungendo: “Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte“.
Il Pontefice fa comunque riferimento all’omosessualità come peccato, e in questo non si discosta concettualmente dalla posizione della Chiesa, ma al tempo stesso si esprime sull’argomento con un tono molto più compassionevole di quello usato da Benedetto XVI, il quale parlava dell’omosessualità come “una forte tendenza verso un male morale intrinseco ” e di un “disordine oggettivo”.
Inoltre l’uso della parola “gay” da parte di un Papa ha del rivoluzionario, tenendo conto del fatto che alcuni suoi predecessori evitavano accuratamente di usare questa parola. La presa di distanze di Francesco dal suo predecessore è stata sottolineata dai media di tutto il mondo, e il New York Times ha parlato di lui come “un pastore realistico”, contrapponendolo a Ratzinger, visto invece come un “professore distante”.
Il giornale ricorda la visita di Benedetto XVI in Brasile nel 2007, definendola “più sommessa”. In quell’occasione aveva pronunciato discorsi ai vescovi su come rivolgersi alla società postmoderna. Al contrario, durante il suo viaggio Francesco ha pronunciato la Santa Messa sulla spiaggia di Copacabana, davanti a più di un milione di persone ed è stato accolto “come una rock star” da coloro che apprezzano il suo stile accessibile.
La differenza sarebbe tutta una questione di punti di vista: mentre Benedetto XVI puntava su una chiesa più pura anche se più ristretta, Francesco vuole una Chiesa aperta al dialogo col mondo.