Uno studente di 14 anni è morto durante una manifestazione che si è tenuta il 25 febbraio a San Cristóbal, nello stato occidentale di Táchira, nell’ovest del Venezuela.
Fonti locali riferiscono che il ragazzo è stato colpito alla testa da un proiettile di gomma negli scontri tra manifestanti e polizia che sono avvenuti in occasione della protesta contro la grave crisi economica del Venezuela.
Il ragazzo di 14 anni rimasto ucciso si chiama Kluiver Roa Nunez.
Il ministro degli Interni Carmen Melendez ha annunciato l’arresto di un poliziotto coinvolto nell’incidente che è stato identificato come il 23enne Javier Mora Ortiz.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha criticato duramente l’episodio e ha promesso un’indagine approfondita sull’accaduto.
“Non c’è nessuna giustificazione alle proteste di natura violenta”, ha dichiarato il presidente Maduro. “Faccio un appello alla nazione, specialmente ai giovani, ad abbandonare la violenza. L’odio non porterà nulla”.
Da tempo l’opposizione in Venezuela sostiene che i socialisti, in carica da 16 anni, hanno fallito i loro obiettivi e per questo ne hanno chiesto le dimissioni.
Il presidente Maduro, del partito socialista, ha accusato invece la destra di aver boicottato l’economia del Venezuela preparando un colpo di stato con il sostegno degli Stati Uniti.
Il 20 febbraio, il sindaco di Caracas Antonio Ledezma – tra i leader dell’opposizione – è stato arrestato con l’accusa di voler alimentare un colpo di stato.
La costituzione in Venezuela proibisce l’uso di armi da fuoco e sostanze tossiche per reprimere le manifestazioni da parte dei cittadini.
Tuttavia, un decreto approvato dal governo lo scorso 30 gennaio permette alle forze dell’ordine di utilizzarle nel caso in cui si trovino davanti a un pericolo.
L’anno scorso 43 persone hanno perso la vita negli scontri tra polizia e manifestanti in occasione di diverse manifestazioni, sia a favore che contro le azioni del governo.
La crisi economica che sta vivendo il Venezuela è scoppiata dopo il crollo del prezzo del petrolio nel giugno del 2014.
Dalla fine dell’anno scorso, il Paese è in recessione e il tasso di inflazione ha toccato il 68,5 per cento.
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