Proteste in Cile, il presidente Piñera chiede “perdono” e promette riforme
Dopo le violente proteste in in Cile, il presidente Sebastian Piñera “ha chiesto perdono” per non aver compreso la drammaticità della situazione sociale esistente nel paese, ed ha annunciato una serie di proposte per “una agenda sociale di unità nazionale”. Un cambiamento di tono inaspettato dopo la dichiarazione di essere in “guerra” rilasciata solo due giorni fa.
Le proteste in Cile sono iniziate dopo l’annuncio dell’aumento dei biglietti della metropolitana di Santiago fino a 831 pesos (circa 1 euro). Gli scontri si sono verificati venerdì 18 quando i manifestanti, per la gran parte studenti universitari e delle scuole superiori, hanno colpito alcune stazioni della metropolitana della capitale. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e cariche.
Le promesse di Piñera
In un discorso dal Palazzo della Moneda dopo un incontro con i partiti politici, Piñera ha detto di “aver ascoltato la gente”, manifestando comunque preoccupazione per l’ordine pubblico e chiedendo il ritorno del Paese alla “normalità” dopo i disordini cominciati venerdì per l’aumento del biglietto della metropolitana. Al tavolo non partecipano né il Partito Socialista né la sinistra di Frente Ampio.
I socialisti sostengono che “il dialogo sia indispensabile e urgente ma deve essere un dialogo aperto e l’appello del presidente non soddisfa queste condizioni”, come ha detto il capogruppo al Parlamento Manuel Monsalve. Mentre la sinistra più radicale per trattare con il presidente chiede che al tavolo partecipino pure le forze sociali
Il capo dello Stato ha promesso di voler intervenire con dieci misure sociali, molte delle quali riguardanti le pensioni che sono fra le più basse del pianeta. Piñera proporra un aumento del 20 per cento delle pensioni minime. Altra norma riguarderà il congelamento delle tariffe dell’energia elettrica e si interverrà inoltre per ridurre il costo della salute e dei farmaci, aumentare il salario minimo e creare una imposta sulla ricchezza.
Il triste bilancio delle proteste
Intanto, il bilancio dei morti nelle proteste è salito a 15 nel fine settimana, mentre il numero degli arresti è salito a 1500 in tutto il Paese. Secondo gli inquirenti quattro persone sono morte sotto i colpi delle forze dell’ordine e 11 in incendi scoppiati dopo il saccheggio di fabbriche e magazzini. 239 civili sono stati feriti, secondo le organizzazioni dei diritti civili 84 per colpi di arma da fuoco, così come 51 militari e poliziotti e 2.643 persone sono state arrestate.