La casa di produzione cinematografica statunitense “The Weinstein Co.” ha licenziato il proprio co-presidente Harvey Weinstein con effetto immediato, a seguito di nuove informazioni emerse riguardo lo scandalo di molestie sessuali in cui è rimasto coinvolto.
A riferirlo è stata la stessa azienda statunitense in un comunicato stampa rilasciato domenica 8 ottobre dal consiglio di amministrazione della società e firmata dai consiglieri Bob Weinstein, Lance Maerov, Richard Koenigsberg e Tarak Ben Ammar.
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Le accuse mosse a Weinstein sono emerse durante un’inchiesta del quotidiano The New York Times, che ha raccolto le storie di diversi testimoni e alcune di queste risalgono addirittura agli anni Ottanta.
Harvey Weinstein è un produttore cinematografico di successo, che ha finanziato diverse pellicole di Hollywood, tra cui “Shakespeare in Love”, vincitore del premio Oscar del 1999 come miglior film.
Weinstein ha anche prodotto altri film entrati nella storia del cinema, come “Il discorso del Re” e “Pulp Fiction”.
Il produttore è accusato di aver molestato le proprie dipendenti e preteso prestazioni sessuali dalle attrici che partecipavano ai suoi film. Weinstein avrebbe tenuto questa condotta “per decenni”.
Il 65enne, licenziato dalla società che ha contribuito a fondare, ha querelato il New York Times, ma ha anche pubblicato una lettera in cui spiega il proprio comportamento.
“Vengo dalla generazione degli anni Sessanta e Settanta, quando le regole di comportamento sui luoghi di lavoro erano completamente diverse”, ha scritto il produttore.
“Sono consapevole che il modo con cui mi sono comportato con alcune colleghe in passato ha causato molto dolore e chiedo scusa”.
Weinstein ha poi annunciato di essere intenzionato a sottoporsi a un percorso terapeutico. Insieme a Weinstein, altri tre membri del consiglio di amministrazione della “The Weinstein Co.” hanno lasciato il proprio ruolo.
Secondo il New York Times, sono almeno otto le donne con cui Weinstein ha raggiunto un accordo extragiudiziale per “mettere a tacere le accuse”.
Tra loro c’è anche una modella italiana, con cui gli avvocati del produttore hanno raggiunto un accordo nel 2015.
Le accuse, secondo il quotidiano statunitense, arrivano però anche da alcune attrici, tra queste ci sono anche nomi noti di Hollywood, come Ashley Judd e Rose McGowan.
Secondo quanto riportato dal New York Times, almeno 20 anni fa, durante un preteso incontro di lavoro all’hotel Peninsula di Beverly Hills, in California, Weinstein avrebbe chiesto alla Judd di salire in camera propria e di fargli un massaggio o di guardarlo mentre si faceva una doccia.
Nel 2014 poi il produttore avrebbe promesso all’attrice Emily Nestor un aiuto a fare carriera, se avesse accettato le sue proposte sessuali.
Le reazioni
Il mondo dello spettacolo statunitense, in particolare a Hollywood, ha reagito in modi diversi alla notizia. Molte attrici che hanno lavorato con il produttore non hanno voluto commentare le accuse mosse a Weinstein, tra queste Nicole Kidman e Gwyneth Paltrow, tutte vincitrici di premi Oscar per aver interpretato film da lui prodotti.
L’attrice premio Oscar Meryl Streep ha invece criticato fortemente il produttore per aver tenuto un “comportamento ingiustificabile”, sostenendo però di non essere mai stata a conoscenza delle voci sulle molestie.
Come riferisce Vanity Fair, l’attore e sceneggiatore premio Oscar Matt Damon una volta descrisse Weinstein, riferendosi alla vecchia storia della rana e dello scorpione.
“Lo scorpione promette alla rana che non le farà del male, ma alla fine se la mangia”, aveva detto Damon nel 2004. “La rana gli chiede perché e lui risponde perché sono fatto così, sono uno scorpione”, ha aggiunto l’attore. “Ecco, Harvey è lo scorpione”.
Le accuse non hanno sorpreso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ai giornalisti presenti alla Casa Bianca ha detto: “Lo conosco da molto tempo e non sono affatto sorpreso”.
Lo scandalo coinvolge anche la politica statunitense, Weinstein infatti è sempre stato un forte sostenitore dei democratici. Tra i politici finanziati dal produttore ci sono anche l’ex presidente Barack Obama e i coniugi Bill e Hillary Clinton.
Dal 1990 a oggi, Weinstein ha raccolto oltre un milione e 400mila dollari in donazioni a favore di candidati democratici. La primogenita degli Obama, Malia, ha anche lavorato per un periodo presso la sede di New York della casa di produzione.
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