È cominciato martedì 13 dicembre 2016 il processo per blasfemia contro Basuki Tjahaka Purnama, il governatore di Giacarta, in Indonesia, per aver insultato il libro sacro dell’islam.
L’oggetto del contendere è un discorso del settembre 2016, in cui Purnama aveva accusato i suoi oppositori di aver irretito gli elettori usando un verso del Corano, invitandoli a non votare un candidato di religione cristiana protestante.
“È chiaro che quello che ho detto a Thousand Islands non era inteso a interpretare il Corano, e men che meno a insultare l’islam o gli ulama”, ha dichiarato piangendo l’imputato, apparso provato dopo la lettura dei capi di accusa. “Sono molto rattristato di essere stato accusato di aver insultato l’islam perché è come se dicessero che ho insultato i miei genitori e i miei fratelli adottivi”.
Se condannato colpevole, il governatore di Giacarta – adottato da una famiglia musulmana – rischia fino a cinque anni di prigione. Negli ultimi anni quasi tutti i casi di blasfemia hanno portato a pene detentive.
Il processo contro Purnama è visto come una prova sulla libertà di culto nel paese asiatico, dove la maggioranza della popolazione è di fede musulmana.
In seguito alla diffusione di una versione parziale delle sue dichiarazioni, centinaia di migliaia di cittadini musulmani erano scesi in piazza per chiedere il suo arresto.
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