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    Processo ai big del carbone: il controvertice dei giovani alla Cop26

    Sull'ultimo numero del nostro settimanale il reportage di Madi Ferrucci da Glasgow.

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 12 Nov. 2021 alle 07:01

    Mentre alla Cop26 di Glasgow i grandi della Terra annunciavano accordi storici per ridurre le emissioni di gas serra, a pochi chilometri di distanza, nel cuore della città, si è tenuto il Summit dei popoli per la giustizia climatica, un controvertice con attivisti, comunità e movimenti provenienti da tutto il mondo. L’iniziativa è nata da una coalizione di realtà della società civile che hanno deciso di costruire insieme quattro giorni di discussioni e confronti per dare spazio alle voci rimaste inascoltate all’interno dei padiglioni blu della Conference of the parties numero 26. “Le decisioni prese alla Cop26 influenzeranno il modo in cui i governi nazionali risponderanno alla crisi climatica. Saranno loro a decidere chi deve essere sacrificato, chi potrà salvarsi e chi invece riuscirà a guadagnarci. La giustizia climatica non ci verrà mai concessa dai leader della Terra o dalle imprese fossili.

    Dobbiamo essere noi a immaginare il nostro futuro e a stabilire come realizzarlo”, dichiarano gli organizzatori nel loro manifesto. Il vertice si è aperto al Glasgow Film Theatre con il processo simulato del Tribunale dei diritti della natura. Qui le vittime sono i popoli e la natura mentre l’imputato è rappresentato dall’Unfccc, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i cui Paesi firmatari ogni anno si riuniscono in occasione della Cop per discutere delle politiche climatiche da adottare. Come in un vero e proprio tribunale cinque giudici hanno ascoltato le testimonianze a supporto delle vittime dei cambiamenti climatici di tutto il pianeta e le voci di intellettuali ed esperti che hanno deciso di sostenere le accuse con dati alla mano. Il dito è puntato contro i fallimenti della Convenzione Onu. Cinque i capi d’accusa……….

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