“Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzione e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere”: il fondatore e capo della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, tuona contro il ministro della Difesa italiano, che insieme a quello degli Esteri Antonio Tajani aveva accusato il gruppo di mercenari russi di star attuando una “guerra ibrida” contro il nostro Paese favorendo l’arrivo sulle nostre coste di migranti dai Paesi africani.
L’organizzazione è infatti presente – tra gli altri – in punti strategici come Libia, Sudan, Mozambico, Repubblica centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Mali. In un audio postato sul canale Kepka Prigozhina (“il berretto di Prigozhin”), il leader dei mercenari ha aggiunto: “Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”.
Prigozhin ha anche insultato Crosetto, chiamandolo “mudak”, che in russo significa “stronzo”. Si è anche risentito per il modo con cui le autorità italiane si sono rivolte al suo gruppo: “Prima si parlava di compagnia privata Wagner, poi a un tratto è diventato gruppo Wagner, ora invece viene fuori che è una divisione Wagner, e l’Italia è la prima ad usare questa parola in tanti anni”.
Nel governo, però, resta la forte convinzione che l’influenza russa sia un incentivo a potenziare il controllo sul fianco Sud dell’Europa, come già avvenuto a Est. Sotto i fondali delle rotte migratorie, nel canale di Sicilia e nell’Adriatico, sempre più battuti da navi russe, corrono i gasdotti, fondamentali per l’Italia e non solo. “Ue, Nato e Occidente – dice Crosetto – sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso”.