Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver trasferito in Italia un detenuto yemenita del carcere di Guantanamo, portando così il numero dei detenuti della base navale statunitense a Cuba a 78, in vista di una chiusura definitiva.
Il trasferimento di Fayiz Ahmad Suleiman Yahia in Italia è stato approvato per “motivi umanitari”. “L’Italia, acconsentendo alla richiesta degli Stati Uniti, ha accettato l’istanza di Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto nel campo della base di Guantanamo, di essere accolto in Italia per motivi umanitari”, si legge in una nota della Farnesina.
“Gli Stati Uniti sono molto grati al governo italiano per la sua continua assistenza nella chiusura del centro di detenzione di Guantanamo Bay”, ha detto Lee Wolosky, l’inviato speciale degli Stati Uniti per la chiusura di Guantanamo, che descrive il tentativo di chiudere la prigione come un “obiettivo comune”.
Il detenuto yemenita era stato arrestato dalla polizia del Pakistan e trasferito negli Stati Uniti nel dicembre 2001.
Il presidente Barack Obama aveva pianificato di chiudere la prigione già nel 2009, ma ha dovuto rimandare il progetto di diversi anni per l’opposizione di molti deputati repubblicani e di alcuni democratici.
La maggior parte dei 78 prigionieri che rimangono a Guantanamo sono stati imprigionati senza accusa né processo per più di un decennio, scatenando una condanna a livello internazionale.
I prigionieri di Guantanamo hanno iniziato ad essere arrestati all’estero quando gli Stati Uniti furono coinvolti nella guerra in Afghanistan e in Iraq dopo l’11 settembre 2001.
La struttura, aperta dal predecessore repubblicano di Obama, George W. Bush, è diventata il simbolo di pratiche di detenzione aggressive. Gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare per questo accuse di tortura.
Gli Stati Uniti stanno cercando di convincere le altre nazioni ad accettare nei loro territori i prigionieri di Guantanamo dal momento che questi ultimi potrebbero non essere accettati dalla popolazione statunitense se venissero trasferiti nelle carceri di massima sicurezza del paese e scatenare reazioni pesanti.
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