Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha annunciato che donerà i soldi del premio Nobel per la pace per aiutare le vittime del lungo conflitto durato 52 anni che ha insanguinato la Colombia. Il 7 ottobre gli era stato consegnato il premio “per i suoi sforzi risoluti per mettere fine alla guerra civile che ha colpito il suo paese per più di cinquant’anni”. Sforzi che hanno avuto il loro culmine con l’accordo di pace negoziato con le forze armate rivoluzionarie (Farc) avvenuto nelle ultime settimane.
Secondo quanto comunicato dal comitato che ha assegnato il Nobel, “Il premio deve essere visto anche come un omaggio al popolo colombiano che, nonostante le grandi difficoltà, non ha perso la speranza in una pace giusta, e a tutte le parti che hanno contribuito al processo di pace. Questo tributo è rivolto, non da ultimo, ai rappresentanti delle innumerevoli vittime della guerra civile. Il presidente Santos ha avviato le trattative che sono culminate nell’accordo di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Farc, e il suo sforzo nel portare avanti il processo di pace è stato costante”.
Il conflitto ha provocato più di 260mila vittime e più di 6 milioni di sfollati interni.
“La notte scorsa ho incontrato la mia famiglia e abbiamo deciso di donare gli otto milioni di corone svedesi (circa un milione di euro)”, ha detto lui.
Il presidente colombiano ha fatto il suo annuncio dalla città di Bojayá, nella regione nord-occidentale di Choco, dopo aver partecipato a una cerimonia religiosa per le persone colpite dal conflitto. Santos, eletto presidente la prima volta nel 2010 e poi rieletto nel 2014, ha inoltre dedicato il premio a “tutte le vittime del conflitto”.
L’accordo di pace è stato respinto dal 50,2 per cento degli elettori che si sono recati alle urne il 2 ottobre. Nonostante il rifiuto da parte degli elettori, Santos ha promesso di proseguire con i colloqui con i ribelli.
Su Twitter, il leader delle Farc Timochenko ha dichiarato: “Mi congratulo con il presidente Juan Manuel Santos, Cuba e la Norvegia, che hanno sponsorizzato il processo, e con Venezuela e Cile. Senza di loro, la pace sarebbe impossibile”.
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