La poltrona della premier inglese Theresa May è sempre più in bilico e il rischio dimissioni sempre più probabile.
Alla vigilia del voto per il Parlamento europeo di mercoledì 22 maggio, i Conservatori si sono riuniti per cambiare le regole interne del partito e poter così ripresentare nuovamente una mozione di sfiducia contro la leadership della May.
La rottura tra la premier e il resto del suo partito sembrava destinata a consumarsi il giorno prima delle elezioni europee, ma la resa dei conti è stata rimandata a venerdì 24 maggio. Quel giorno May dovrà incontrare il deputato Graham Brady, presidente del Comitato 1922, influente organismo interno ai Conservatori e che deciderà le sorti di May.
La crisi tra i Tories è nata dopo che la premier ha presentato un nuovo piano per la Brexit che dovrebbe prevedere anche la possibilità di indire un secondo referendum sull’uscita di Londra dall’Ue.
La proposta però non ha trovato l’appoggio dei Laburisti, con il leader Jeremy Corbyn che ha fin da subito affermato che non sosterrà la premier May.
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Il nuovo accordo sulla Brexit sarà sottoposto all’esame del Parlamento britannico a inizio giugno come estremo tentativo per rompere lo stallo sull’uscita dall’Ue. Tra giugno e luglio erano invece già attese le dimissioni della premier, ma il suo governo potrebbe avere una vita più breve del previsto.
A spingere per mettere un punto alla premiership della May sono soprattutto il ministro dell’Interno Javid e quello degli Esteri Hunt, da mesi in pessimi rapporti con la premier, oltre al blocco dei ministri euroscettici che non hanno mai fatto mistero della loro opposizione all’attuale capo di governo.
L’incapacità della premier di concludere con successo i negoziati per la Brexit con l’Ue e l’ennesima proroga sull’uscita di Londra dall’Unione ha pesantemente danneggiato la credibilità dei Conservatori, come dimostrano i sondaggi.
Alle europee infatti il partito più votato dovrebbe essere quello dell’euroscettico Farage, dato al 35 per cento.
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