“Ci sono le condizioni perché si possa formare un governo con il sostegno della maggioranza dei parlamentari”, ha riferito il leader del Partito socialista (Ps) portoghese Antonio Costa.
A formare il nuovo esecutivo, oltre al partito di Costa, ci potrebbero essere i comunisti della Coalizione di unità democratica (Cdu) e la sinistra antieuropeista del Blocco di sinistra (Be), che daranno luogo, sulla carta, a uno dei governi più di sinistra dell’Unione europea.
Nelle elezioni, svoltesi il 4 ottobre del 2015, i socialisti sono arrivati secondi dopo Portugal a Frente (PaF), la coalizione dei partiti di centrodestra che ha guidato il Paese nella scorsa legislatura. Tuttavia, PaF non è riuscito ad ottenere la maggioranza necessaria per formare un nuovo esecutivo.
Le possibilità per formare un governo sono dunque divenute due: o un governo di grande coalizione tra PaF e socialisti, o un governo che guardasse a sinistra tra socialisti, Be e Cdu. Dopo settimane di trattative, nonostante le differenze tra i socialisti, di idee socialdemocratiche europeiste, e i partiti alla sua sinistra, più simili ai greci di Syriza, è arrivato l’accordo per dare vita a un nuovo governo.
Costa, tuttavia, ha reso noto che nel momento in cui dovesse diventare primo ministro non metterà da parte le sue idee europeiste e di gestione del debito del Paese, e che non scaricherà la parte più moderata del partito, quella che con più difficoltà digerisce l’accordo con i partiti di sinistra.
Perché il governo possa nascere, serve prima un passaggio parlamentare sul primo ministro conservatore uscente Pedro Passos Coelho, incaricato dal presidente Aníbal Cavaco Silva di formare un nuovo governo dal momento che comunque il suo partito è arrivato primo alle elezioni.
Se non dovesse ottenere la maggioranza in parlamento, Costa potrà formare il suo governo di sinistra.
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