Il Portogallo ha aperto le porte ai richiedenti asilo. Il primo ministro portoghese Antonio Costa, ha inviato una lettera ai governi di Grecia, Italia, Austria e Svezia dicendo loro di volerli aiutare a gestire il flusso dei migranti in arrivo.
Il paese si è detto disponibile ad accogliere 5800 persone in più, in aggiunta alle 4500 che spettano al paese in base al programma di redistribuzione delle quote a livello europeo. Finora il paese ha ricevuto però solo 32 richieste di asilo.
L’arrivo dei rifugiati potrebbe essere la soluzione per sopperire alla fuga all’estero di migliaia di portoghesi. La proporzione di emigrati di età superiore ai 15 anni, ha infatti raggiunto il 10 per cento, secondo i dati Ocse. Potrebbe trattarsi di un “gioco win-win”, favorevole sia per i rifugiati, che così sarebbero ben accolti e per il Portogallo, che così potrebbe aumentare la sua popolazione.
L’ambasciatore portoghese in Grecia, Rui Alberto Tereno, ha visitato un campo profughi in Grecia, per promuovere l’accoglienza del suo paese. “Il Portogallo è poco conosciuto e ha bisogno di far sentire la sua voce ai migranti che arrivano in Europa”, ha detto la direttrice del Consiglio portoghese per i rifugiati, Teresa Tito Morais.
L’idea di accogliere i rifugiati è stato lanciata da Bragança, una piccola città nel nord-est del Portogallo, che conta circa 35.000 abitanti, con la speranza di far rivivere la sua popolazione.
Dell’arrivo dei migranti potranno beneficiare quelle zone del paese che si sono spopolate e che hanno bisogno di recuperare un po’ di vita.
Anche il tasso di natalità tra i più bassi d’Europa, insieme all’emigrazione, ha contribuito a rendere più allarmante la questione demografica.
Se il declino continua, il paese potrebbe perdere il 20 per cento della sua popolazione entro il 2060, passando da 10,5 a 8,6 milioni di residenti, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica del Portogallo.