Ad aprile del 2019 la Commissione europea ha aperto una nuova procedura di infrazione contro il Governo della Polonia, accusato di aver varato delle leggi che non garantiscono lo stato di diritto.
L’obiettivo è “proteggere i giudici dal controllo della politica”: secondo la Commissione la Polonia di non garantisce l’imparzialità e l’indipendenza dei propri giudici, in particolare nelle procedure di nomina dei membri della Corte Suprema.
A dare l’annuncio dell’avvio della procedura è stato il vicepresidente vicario Frans Timmermans al termine del collegio dei commissari.
Timmermans ha spiegato che Bruxelles ha inviato a Varsavia una lettera di messa in mora relativa al nuovo regime che disciplina i giudici: adesso la Polonia ha due mesi per rispondere all’esecutivo dell’Unione europea.
La nuova procedura di infrazione fa seguito al deferimento presso la Corte Ue avviata sempre dalla Commissione a settembre del 2018. In quel caso al centro della querelle vi era la legge sulla Corte suprema.
Secondo i commissari Ue, il governo di Varsavia aveva violato il principio dell’indipendenza della magistratura dopo aver approvato una legge che prevedeva il pensionamento di diversi giudici della Corte suprema e che ne impediva la nomina di nuovi.