In Polonia i diritti delle donne rischiano di restringersi ancora di più. Se la situazione sul tema aborto pareva già assai complessa, ora interviene anche il ricorso di oltre 100 parlamentari che chiedono di impedire l’interruzione di gravidanza anche per quei casi di gravi malformazioni o malattie del feto. Sarà la Corte costituzionale di Varsavia a doversi pronunciare.
La richiesta da parte dei parlamentari di destra inizialmente non destava particolare allarme e sembrava nient’altro che un’ennesima provocazione nel Paese al centro di uno scontro con Bruxelles per le autoproclamate zone ‘gay-free’, cioè senza omosessuali, che Varsavia non ha finora osteggiato. A sorpresa, i giudici della Consulta polacca hanno invece deciso di pronunciarsi sul caso e hanno fatto sapere che la sentenza arriverà il 22 ottobre.
La Polonia ha alcune delle leggi più rigide d’Europa sull’aborto che al momento è consentito solo in caso di malformazione fetale, stupro o incesto o se la vita della donna è in pericolo. Ad aprile di quest’anno il parlamento polacco, dominato dai conservatori nazionalisti di diritto e giustizia (PiS), ha escluso provvisoriamente la possibilità di inasprire ulteriormente il divieto di aborto. La proposta era stata presentata dal comitato “Stop all’aborto”, presieduto dall’attivista pro-vita vicino all’estrema destra Kaja Godek, e aveva ricevuto il sostegno di circa 830mila firmatari.
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