La polizia filippina ha ucciso 712 persone in operazioni antidroga dal mese di luglio 2016.
Il capo della polizia filippina Ronald Dela Rosa ha riferito durante un’audizione al senato sulle esecuzioni extragiudiziali che 1.067 sono già stati uccisi dalle forze dell’ordine dall’elezione del presidente Rodrigo Duterte, lo scorso maggio.
Duterte, che si era presentato come il candidato anti-establishment, aveva promesso di eliminare alla radice i crimini di droga nei primi sei mesi da presidente. Alla luce delle ultime esecuzioni ha dichiarato pubblicamente che non porterà avanti provvedimenti contro le forze dell’ordine che uccidono spacciatori o altre persone coinvolte con lo spaccio di droga.
Il 71enne presidente, conosciuto come “il castigatore” da quando era sindaco di Davao, ha inoltre esortato i cittadini a sparare e uccidere coloro che si oppongono all’arresto.
Ha giurato poi di continuare la sua guerra contro il crimine, nonostante la crescente preoccupazione da parte delle Nazioni Unite. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha detto che il sostegno di Duterte nei confronti delle esecuzioni extragiudiziali è “illegale e rappresenta una violazione dei diritti fondamentali e delle libertà”.
Gruppi a tutela dei diritti umani e i politici filippini dell’opposizione hanno accusato Duterte di essere l’unico responsabile dell’ondata di omicidi condotti da poliziotti e vigilantes.
Dela Rosa ha riferito in senato che nel paese ci sono 3,7 milioni di consumatori di droga a livello nazionale e sebbene sia stato fatto tanto per sradicare le droghe illegali, il problema persiste.
Dall’1 luglio al 21 agosto la polizia ha arrestato 10.153 spacciatori e consumatori, nell’ambito della politica della “doppia canna”, una duplice campagna che mira a colpire sia i criminali di alto livello, che i consumatori di droga. Di queste, 712 sono state uccise, in un totale di 6.000 operazioni.
Il senato filippino e la commissione per i diritti umani hanno avviato le proprie indagini indipendenti sulle esecuzioni extragiudiziali.
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