La polizia cinese ha confermato di aver arrestato un noto avvocato per i diritti umani a quasi un mese dalla sua scomparsa.
Jiang Tianyong, 45 anni, di fede cristiana, avrebbe dovuto prendere un treno nella serata del 21 novembre 2016, ma di lui non si erano più avute notizie. Da subito, parenti, colleghi e amici avevano ipotizzato che le autorità di Pechino lo avessero preso in custodia per via del suo lavoro in difesa dei dissidenti tibetani.
Jiang era stato fermato altre volte, come altri suoi colleghi.
Il problema è che la polizia della città di Changsha, nel centro del paese, sostiene di averlo tenuto in custodia solo nove giorni e di averlo rilasciato, ma Jiang da allora non si è fatto vivo né con la sua famiglia né con il suo avvocato.
L’arresto, secondo le autorità, era stato effettuato perché aveva usato il documento d’identità di un’altra persona per acquistare il biglietto del treno, ma l’avvocato di Jiang Qin Chenshou ritiene che questa versione dei fatti sia poco plausibile.
Secondo Qin il suo assistito si trova ancora in custodia delle forze di sicurezza. La polizia ha effettuato due perquisizioni a Pechino, di cui una nell’abitazione del fratello minore dell’avvocato, dove sono stati sequestrati alcuni oggetti.
Le Nazioni Unite si sono dette preoccupate per la sorte di Jiang e hanno dichiarato che la sua detenzione potrebbe essere legata proprio alla sua attività lavorativa, aggiungendo che probabilmente corre il rischio di subire torture.
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