Un poeta e una poetessa iraniani, Mehdi Mousavi e Fatemeh Ekhtesari, sono stati condannati a 9 anni e 11 anni e mezzo di carcere per aver scritto poesie blasfeme, oltre che a 99 frustate per aver stretto la mano a una persona del sesso opposto.
I due sono stati accusati anche di aver fatto propaganda contro il governo del presidente Hassan Rouhani, che ha irrigidito le misure di censura e punizione contro artisti, scrittori e persone comuni che manifestano pensieri contrari alla linea ufficiale iraniana.
A denunciare il loro caso è stato la direttrice di un programma americano che difende la libertà di espressione, Karin Deutsch Karlekar: “Forse la gente avrà pensato che dopo l’accordo sul nucleare sarebbe arrivata anche un’apertura dell’Iran su altri temi”, sostiene, ma il Paese non sembra rispettare le aspettative, nonostante il tentativo del presidente Rouhani di migliorare le relazioni dell’Iran con l’Occidente.
Le confessioni dei due poeti sarebbe state estorte con la forza e la pena della donna, Fatemeh Ekhtesari, resa più rigida dal fatto di aver stretto la mano agli uomini che stavano partecipando a un evento di poesia in Svezia. In Iran, questo tipo di contatto con persone del sesso opposto che non sono famigliari è letto come un’illegittima relazione sessuale paragonabile all’adulterio.
Secondo Sherif Mansour, il coordinatore del programma in Medio Oriente e nord Africa per il Comitato per la protezione dei giornalisti, accade spesso che i giornalisti vengano presi di mira. Chi svolge questo mestiere, infatti, viene ritenuto pericoloso perché ha la possibilità di indagare riguardo alle azioni del governo e di denunciarne le mancanze e le illegittimità.
I giornalisti, però, non sono i soli ad essere presi di mira. Nel maggio del 2015, le autorità hanno condannato a sei mesi di reclusione e 91 frustate un gruppo di giovani iraniani, sia uomini che donne, per un video in cui ballavano sulla canzone Happy di Pharrell Williams.
Il mese successivo, una corte iraniana aveva condannato l’illustratrice Atena Farghadani a 12 anni e nove mesi di prigione, per aver rappresentato alcuni membri del parlamento come scimmie, mucche e altri animali.
A ottobre persino il rinomato regista iraniano Keywan Karim è stato condannato a sei mesi in prigione e 223 frustate per aver interpretato scene blasfeme in alcuni suoi film.