Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Cos’è Podemos, spiegato senza giri di parole

    La storia del partito di accademici e attivisti che ha messo sottosopra il sistema politico in Spagna. La rivoluzione dal basso di Podemos, spiegata senza giri di parole

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Mag. 2015 alle 11:16 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:13

    Alle elezioni amministrative spagnole del 24 maggio 2015 il partito spagnolo Podemos è avanzato in tutto il Paese e ha eletto la propria candidata sindaco di Barcellona, mettendo seriamente in crisi il tradizionale bipartitismo del sistema politico in Spagna.

    Podemos è un partito che rappresenta una delle principali novità del panorama politico europeo. Ma qual è la storia di questo partito?

    LE ORIGINI

    Le origini di Podemos affondano le proprie radici nel movimento degli indignados, nato nel 2011 per protestare contro le politiche di austerity causate dalla crisi economica in Spagna. Da questo movimento, il 12 gennaio 2014 alcuni intellettuali e accademici spagnoli hanno presentato un manifesto che puntava a trasformare il movimento degli indignados in una lista da presentare alle elezioni europee, che si sono tenute nel maggio di quell’anno.

    Insieme a personalità della società civile, alcuni piccoli partiti di estrema sinistra, primo tra tutti Izquerda Anticapitalista, hanno contribuito alla costruzione e l’organizzazione della lista, per la quale è stato scelto il nome di Podemos, termine spagnolo che significa “possiamo“.

    Il 14 gennaio 2014 Pablo Iglesias è stato scelto come portavoce del movimento, che è stato presentato ufficialmente due giorni più tardi, il 16 gennaio, presso il Teatro del Barrio nel distretto di Lavapiés, a Madrid.

    IL PROGRAMMA

    Il programma di Podemos è considerato generalmente di sinistra, ambientalista e per il rinnovamento totale della classe politica spagnola.

    Uno tra i punti principali dell’agenda politica di Podemos è infatti quello di spazzare via i partiti politici spagnoli tradizionali e la classe politica del Paese che, come è successo anche in Italia, gli attivisti di Podemos definiscono con il termine casta.

    Podemos, inoltre, si batte per la nazionalizzazione di numerosi servizi del Paese, l’introduzione di un salario minimo garantito e la limitazione dell’intervento sull’economia spagnola da parte di lobby, banche e organizzazioni internazionali.

    Centrale nel programma di Podemos è poi il tema dell’ambiente. Per il movimento spagnolo bisogna investire sulle energie rinnovabili e ridurre drasticamente il consumo di combustibili fossili, e va incentivata la produzione locale di cibo, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese.

    In seguito alle elezioni europee di maggio 2014, Podemos è entrato a far parte del gruppo del Parlamento europeo della Sinistra unitaria europea, del quale fanno parte anche Syriza, il partito greco di sinistra radicale del premier Alexis Tsipras, i tedeschi della Linke e gli italiani eletti nel cartello L’Altra Europa per Tsipras.

    Il programma di Podemos, tuttavia, ha ricevuto numerose critiche, per le quali è accusato di essere un partito troppo idealista. Nel maggio 2014 il New York Times ha definito gli obiettivi politici di Podemos come “una lista dei desideri” per i quali non viene spiegato come verrebbero trovati i finanziamenti in un Paese colpito da una forte crisi economica.

    (Nella foto qui sotto: una manifestazione di Podemos a Madrid, in Spagna).

    IL LEADER

    Il leader di Podemos è Pablo Iglesias, nato a Madrid nel 1978. Giovane professore di scienze politiche presso l’Università Complutense di Madrid, dal 2003 conduce la trasmissione televisiva La Tuerka, in onda sull’emittente del digitale terrestre Tele K e su internet. Oltre a questo, ha più volte partecipato come opinionista in diversi programmi televisivi spagnoli.

    Le idee di Iglesias sono sempre state anticapitaliste e, attraverso il suo programma televisivo, ha avuto modo di entrare in contatto con alcuni leader sudamericani come l’ecuadoriano Rafael Correa o il boliviano Evo Morales, le cui idee sono molto simili sotto molti aspetti a quelle di Podemos.

    Nel gennaio 2014, dopo aver sottoscritto il manifesto che portò alla nascita di Podemos, è stato nominato portavoce della nuova lista. Nel maggio dello stesso anno è stato eletto, da capolista, come europarlamentare per Podemos.

    IL SUCCESSO DI PODEMOS

    Dopo essere stato fondato a gennaio 2014, nel maggio dello stesso anno, in occasione delle elezioni europee, il movimento è riuscito a ottenere l’otto per cento dei voti in Spagna, eleggendo cinque parlamentari europei (tra cui il leader Iglesias), soprattutto grazie a una netta opposizione alle politiche di austerità volute dall’Unione europea.

    Il risultato, visto come un successo dagli analisti, però, non fu considerato soddisfacente da Iglesias. “Abbiamo perso queste elezioni. Ha vinto il Partito Popolare“, disse il portavoce di Podemos in seguito al risultato delle europee, chiarendo che il suo movimento avrebbe raggiunto il proprio obiettivo solo quando avrebbe spazzato via i vecchi partiti.

    In seguito alle europee, il consenso verso Podemos è continuato a crescere in tutti i sondaggi. Nel novembre del 2014, addirittura, ha superato popolari e socialisti divenendo, seppur solo virtualmente, il primo partito in Spagna.

    Il 31 gennaio 2015 Podemos ha organizzato una grande manifestazione contro il governo, portando in piazza presso la Puerta del Sol, a Madrid, 150mila persone.

    Il 24 maggio 2015, nelle elezioni amministrative tenutesi in tutta la Spagna, i candidati sostenuti da Podemos hanno registrato un notevole successo, prima fra tutti Ada Colau che è stata eletta sindaco di Barcellona.

    Anche a Madrid, feudo elettorale dei popolari da circa 20 anni, la candidata di Podemos Manuela Carmela è riuscita a far perdere la maggioranza dei seggi al partito del premier conservatore Mariano Rajoy, arrivato comunque primo.

    La prossima sfida di Podemos saranno le elezioni politiche che si terranno nel dicembre 2015, per le quali il movimento, stando ai sondaggi e agli ultimi risultati, avrebbe reali possibilità di vincere le elezioni.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version