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    Pillole di iodio anti-radiazioni: cosa sono e quando servono le particolari compresse

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 4 Mar. 2022 alle 16:54 Aggiornato il 4 Mar. 2022 alle 16:56

    Pillole di iodio anti-radiazioni: cosa sono e quando servono le particolari compresse

    In alcuni paesi europei, non in Italia, è corsa alle pillole di iodio anti-radiazioni. A generare la grande domanda è stata l’invasione russa in Ucraina e i combattimenti intorno alle centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che oggi – 4 marzo – ha rischiato gravi danneggiamenti. In Belgio, in particolare, la corsa all’accaparramento delle pillole, distribuite gratuitamente nelle farmacie del Paese, è iniziata la scorsa settimana, con consegne che lunedì hanno toccato quota 30mila confezioni al giorno. Ma cosa sono e come funzionano le pillole allo iodio anti-radiazioni? Come spiegato dall’Istituto superiore di sanità, durante un incidente nucleare, lo iodio radioattivo può essere rilasciato contaminando l’ambiente, con conseguente esposizione esterna. L’inalazione di aria contaminata e l’ingestione di cibo e acqua potabile contaminati possono portare all’esposizione interna alle radiazioni e all’assorbimento di iodio radioattivo principalmente da parte della tiroide. Tuttavia, la ghiandola tiroidea, che utilizza lo iodio per produrre ormoni tiroidei, non distingue tra iodio radioattivo e iodio stabile. Per questo, l’assunzione di pillole allo iodio non radioattivo (stabile), prima o all’inizio dell’esposizione allo iodio radioattivo, può impedire l’accumulo di quest’ultimo nella tiroide saturandola con iodio non radioattivo e riducendo così efficacemente l’esposizione interna della tiroide. Nel complesso, nelle persone esposte allo iodio radioattivo, la somministrazione orale di iodio stabile è considerata una strategia appropriata per ridurre il rischio di effetti negativi. Attenzione: le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma solo in caso di esposizione allo iodio radioattivo e su indicazione delle autorità o dei medici. Per il momento l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare ha rassicurato che “l’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio”. Ha ricordato, inoltre, che “le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive” dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi e che l’uso delle compresse è raccomandato solo per le persone in determinate fasce d’età.

    Effetti collaterali

    Marcello Bagnasco, presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica, in un’intervista a Repubblica, ha spiegato che “se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni”.

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