Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan potrebbe governare il paese fino al 2029 con poteri superiori a quelli attuali se la proposta di riforma costituzionale fatta dal partito di maggioranza Giustizia e Sviluppo (Akp) sarà sottoposta a referendum la prossima primavera e otterrà il favore degli elettori.
Erdogan e i suoi sostenitori affermano che la Turchia ha bisogno della leadership di un presidente forte sul modello degli Stati Uniti e della Francia per evitare che una fragile coalizione di governo metta a rischio lo sviluppo dell’ultimo decennio.
Gli oppositori, invece, vedono la proposta di riforma come un veicolo per le ambizioni di Erdogan e temono che favorirà una gestione del potere più autoritaria in una nazione già criticata dall’occidente per il peggioramento dei diritti di libertà, in particolare dopo la repressione successiva al tentativo di colpo di stato di luglio.
L’Akp, fondato quindici anni fa dallo stesso Erdogan, ha proposto di tenere il referendum nella primavera del 2017 e sta cercando il supporto dei nazionalisti dell’Mhp, attualmente all’opposizione, per ottenere la maggioranza parlamentare necessaria ad approvare la riforma.
Il leader dei nazionalisti Devlet Bahçeli ha dichiarato martedì 22 novembre che gli emendamenti proposti sono “ragionevoli”.
In base all’ultima bozza presentata in aula, Erdogan potrebbe assumere la carica di presidente con tutti i nuovi poteri e funzioni immediatamente dopo l’approvazione della riforma. Le nuove elezioni si terrebbero al termine del suo mandato nel 2019.
Se venissero rispettate le regole costituzionali che impongono al presidente della Turchia due mandati, Erdogan potrebbe essere rieletto esclusivamente per un secondo termine e dunque fino al 2024. Ma l’introduzione della riforma azzererebbe il calcolo, permettendo due successivi mandati, fino al 2029.
Inoltre il capo dello stato turco in base alle nuove funzioni a lui attribuite avrebbe il potere di emettere decreti presidenziali sulla maggior parte delle questioni in capo all’esecutivo senza bisogno di un passaggio parlamentare.
Il presidente avrebbe infine la facoltà di nominare i vertici dell’esercito e dei servizi segreti, i rettori delle università, i dirigenti nella pubblica amministrazione e alcuni vertici di istituzioni del potere giudiziario.
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